di Asal Akhavan
"Eras are passing by , the huge plans of powerful men will be stopped finally and they will be dead themselves just like blood thirsty roosters , eras are passing by and spear force is not working anymore" Bertolt Brecht
Lo sforzo sistematico di esercitare un pieno dominio sulle classi sociali, di proibirne la partecipazione ai processi decisionali di carattere politico ed economico, ha costantemente caratterizzato il regime iraniano. Davvero la repubblica islamica dell’Iran è un esempio concreto di quello che Marx definiva “il governo di Bonaparte”, ossia un genere di governo completamente avulso dalla società civile, non ha l’appoggio di nessuna classe sociale in particolare ma giunge la potere grazie ad un colpo di stato.
Negli ultimi 30 anni, la classe dei lavoratori in Iran è stata senza dubbio, più di ogni altra classe sociale, oggetto di repressione ma non bisogna dimenticare che l’ondata di repressione in questi anni ha riguardato e riguarda indistintamente, movimenti politici ed intellettuali, forze di sinistra, movimenti a favore delle donne. Ecco la ragione per la quale le reazioni di protesta scatenatesi dopo il 12 Giugno contro il dispotismo di questo regime sono state trasversali: “tutti sono diventati dei dissidenti”a prescindere dalla classe sociale o dalla base intellettuale. Tutti coloro che hanno subito per anni repressioni dal regime, attivisti per la classe dei lavoratori, attivisti per i diritti delle donne e degli studenti, attivisti politici di sinistra religiosi e non religiosi, liberali religiosi e non religiosi, riformisti, radicali dell’opposizione, intellettuali laici, clericali dissidenti ed in più donne, quelle che hanno scelto di indossare il velo e quelle vogliono il diritto di non indossarlo, di poter scegliere, tutti si sono ritrovati ed uniti nelle proteste di massa contro questo regima islamico.
Bisogna partire dal presupposto che a tutti i movimenti di carattere sociale e politico deve essere garantito un minimo di diritti e di libertà sociali che ne consentono la crescita e lo sviluppo, il movimento della sinistra in Iran, riuscendo ad organizzarsi in una coalizione ed in partiti può usare questo minimo di diritti e libertà per raggiungere il suo più importante la maggior parte degli attivisti di sinistra ad unirsi agli altri in questa lotta per garantire i diritti, le libertà politiche e civili. In quanto marxista sono convinta che la realizzazione di questi traguardi è di vitale e necessaria importanza per il movimento di sinistra in Iran.
Il vero leader di questo movimento è il popolo iraniano, che ha rischiato e sta rischiando sulla propria pelle, che sta andando in galera, sta subendo torture e violenze, che viene ucciso nelle strade solo perchè reclama i propri diritti. Il dovere e l’impegno del movimento di sinistra in Iran non è altro che stare dalla parte della gente, non perdere quest’unità necessaria contro il regime islamico, combattere ogni sorta di divisione interna, pur conservando la propria identità.
grazie per questa lucida introspezione nella situazione sociopolitica dell'Iran.
ReplyDeleteIntanto mi sto chiedendo, quale sarà una possibile soluzione politica per tutti? Secondo me non è in prima linea una soluzione di sinistra o di destra.. non sono dogma o altre nuove leggi, le quali potranno essere abusate nuovamente..
quale potrebbe essere una soluzione adeguata, che possa garantire pace e sviluppo libero di pensata, senza tradire i valori della società islamica.
a me sembra tanto importante, che sia una formula magica, che raccolga gli spiriti creativi, senza abusare del potere di unire le masse tramite esclusioni, mà di unire tutte le forze costruttive in un dialogo da sviluppare per anni da seguire..
Magari non sono abbastanza informata, ma sto disperatamente cercando qualchecosa, che possa avere la forza della costituzione Iraniana del 1906 (?)