- Artisti svedesi chiedono al loro primo Ministro di aiutare gli iraniani nell’attuale situazione critica.
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Sono trascorsi 31 anni dalla rivoluzione islamica, durante i quali, senza soluzione di continuità, il regime ha inflitto repressione, torture, prigionia, esecuzioni con l’obiettivo di autoconservarsi demolendo qualsiasi forma di opposizione. In questi ultimi 30 anni tuttavia, in due fasi distinte di violenta repressione, questo regime ha dimostrato di essere di gran lunga più spietato dei precedenti in Iran: una volta durante la guerra decennale contro l’ Iraq, che fornì il “pretesto” per un massacro che toccò il suo apice nel 1988, e negli ultimi due mesi, quando la gente, dopo 30 anni, è riuscita ad urlare slogan in strada e a cantare sui tetti per riconquistare la loro rivoluzione.
30 anni dopo il regime islamico ripete esattamente la stessa dinamica di 30 anni fa per reprimere le opposizioni: violenza, prigione, torture, stupri, esecuzioni, confessioni estorte, processi “farsa”, ma questa volta, visto che lo scopo era terrorizzare gli avversari e gli oppositori, la brutalità e la violenza si sono inasprite ancora di più che in passato. Se tuttavia i massacri compiuti negli anni 80, le brutali esecuzioni dei prigionieri, ebbero minore risonanza nel mondo (molte organizzazioni internazionali per i diritti umani furono fatte tacere dal governo), questa volta nonostante il regime, le grida di protesta degli iraniani non sono state ignorate dal mondo: le notizie emerse e fatte uscire grazie agli studenti, ai blogger, alla gente comune e l’ opinione pubblica internazionale con la pressione che è riuscita ad esercitare hanno contribuito a non far passare sotto silenzio gli eventi di questi ultimi mesi. Eppure gli slogan e di canti di oggi non diversi da quelli degli anni ’80: libertà e giustizia.
Noi, le famiglie di coloro che sono stati uccisi negli anni ’80, abbiamo vissuto situazioni davvero difficili, le peggiori, durante tutti questi anni. Sappiamo che se questa “routine” di violenza e repressione continuerà, ciò che è accaduto a noi, accadrà alle famiglie di coloro che sono stati uccisi negli ultimi due mesi. Hanno rapito, torturato giustiziato i nostri cari. Non sono stati processati, non abbiamo mai saputo di quali reati fossero accusati. Non ci hanno restituito i loro corpi, non ci hanno detto il luogo in cui sono stati sepolti. Dopo lunghe ricerche ci è stato detto che i loro corpi erano seppelliti a Khavaraned o nei cimiteri di altre città. Seppelliti in gruppo o individualmente.
Oggi chi è sceso in strada a protestare, ad opporsi è stato ucciso da bastoni proiettili. È stato arrestato e nell’inferno di queste carceri ha subito torture e stupri. Saremo fortunati se ci restituiranno i loro corpi. Ci hanno messo sotto pressione ( noi, le nostre famiglie, le persone amate). Ci hanno impedito di studiare, ci hanno cacciato dai posti di lavoro e ci hanno sbarrato ogni strada per migliorare e crescere. Le nostre famiglie, quelli che restano, hanno sofferto profondamente, segnati oramai da questa ferita. Sono stati costretti a lasciare il paese, hanno affrontato depressione, povertà e disagi.
Ai familiari, ai cari di coloro che sono stati uccisi di recente non è stato permesso piangere. Sono stati minacciati. Gli è stato proibito di andare sulle tombe loro figli. La storia si ripete, identica a 30 anni fa: ci impedivano di celebrare qualsiasi funzione minacciandoci, arrestandoci. Non sta accadendo forse esattamente lo stesso adesso?
Noi, alcuni dei familiari della vittime del regime negli anni ’80, in occasione del 21simo anniversario dei massacri avvenuti nelle prigioni, per esprimere solidarietà alle loro famiglie e a quelle che hanno perso di recente i loro cari, annunciamo un raduno a Khavarn, venerdì 28 Agosto alle 9 del mattino.
Chiediamo:
Che i responsabili dei massacri degli anni 80 vengano processati, in particolare il gruppo responsabile delle esecuzioni del 1988 e i responsabili degli stupri, delle torture, degli abusi avvenuti di recente.
I nomi delle persone seppellite negli anni 80 a Khavaran e quelli arresta ed uccisi nei recenti avvenimenti
Il rilascio incondizionato di tutti i prigionieri politici
Annullamento di qualsiasi sentenza di esecuzione capitale
Fornire le accusa formali a carico dei detenuti politici e delle persone giustiziate nel corso di questi 30 anni, e rivelare la ragione per la loro esecuzione.
Ottenere i testamenti delle persone giustiziate.
Rivelare i luoghi di sepoltura delle persone giustiziate durante i 30 anni di governo del regime islamico a Teheran ed in altre città. Fornire incondizionatamente i nomi di coloro che sono stati uccisi di recente e consentire alle famiglie di celebrarne la funzione in casa o al cimitero.
Consenso per una lapide sul luogo di sepoltura
Avviare un processo giudiziario a carico di chi ha ordinato la demolizione del cimitero di Khavaran e di altri cimiteri, e di chi ha esercitato pressioni sui familiari delle vittime durante tutti questi anni.
Restituire i diritti di cittadinanza alla famiglie delle vittime cessando ogni sorta di privazione sociale, politica, economica e culturale nei loro confronti.
17 Agosto 2009
- Invito alla conferenza stampa:
La Commissione Internazionale contro le Esecuzioni terrà una conferenza stampa per presentare una relazione aggiornata sulle 100 persone identificate, vittime della repressione del regime e le migliaia di corpi torturati: sarà pubblicato l’elenco delle centinaia di vittime delle recenti proteste post elettorali, il numero dei detenuti, la loro attuale condizione; sarà fornita una accurata esposizione dei casi di abusi, crimini e stupri subiti dai prigionieri politici nella carceri attraverso le testimonianza oculari che saranno lette nel coso della conferenza affinchè responsabili di questi crimini vengano processati dalla corte internazionale ad Hague.
Quando:
11:00 -13:00 Venerdì 28 Agosto 2009
Dove:
BV Perscentrum NieuwspoortAdres:
Lange Poten 10
2511 CL's-Gravenhage, Den haag
Chi:
11:00 -13:00 Venerdì 28 Agosto 2009
Dove:
BV Perscentrum NieuwspoortAdres:
Lange Poten 10
2511 CL's-Gravenhage, Den haag
Chi:
- Mina Ahadi, responsabile della Commissione Internazionale contro la Lapidazione
- Farshad Hoseini, eesponsabile della Commissione Internazionale contro le esecuzioni
- Freshte Moradi, commissione esecutiva contro la discriminazione.
- Shiva Mahboobi, commissione esecutiva per la libertà dei prigionieri politici
- Farideh Arman, attivista dei diritti delle donne
- Akram Beyranvand, ex prigioniero politico autore del libro Yalda (De schrijver van de langste nacht)
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