Tuesday, August 25, 2009

Iran – Blogging in Diretta: Aggiornamenti 24 Agosto!

  • Le famiglie dei detenuti, arrestati durante le proteste post elettorali, continuano a reclamare dinanzi al tribunale della rivoluzione ed alla prigione di Evin
Lunedì 24 Agosto più di 150 persone, tra familiari ed amici, si sono radunati davanti alla prigione di Evin per reclamare il loro diritto di vedere i propri congiunti e figli. Le notizie emerse del seppellimento clandestino di circa 40 corpi non identificati nel cimitero di Teheran hanno gettato nello sconforto e nell’angoscia le famiglie dei detenuti, che a diritto desiderano vedere i propri figli per accertarsi che stiano bene, considerando inoltre che molte di esse non hanno contatti con loro da circa due settimane. Nonostante la rabbia e l’amarezza, non è stato consentito alcun permesso di visita da parte dei dipendenti del carcere. I reclami e le proteste si sono allora concentrate davanti al tribunale della Rivoluzione , dove oggi infatti 60 famiglie si sono radunate.

Di seguito un elenco di altri detenuti:

Mohammad Yazdan Parast 30 anni, arrestato il 12 di Mordad, trasferito ad Evin
Khosrto Mardani, 25 anni, studente di informatica. Arrestato l’8 di Mordad. Trasferito ad Evin.
Hosain Ehsanifar, 24 anni,specializzando in scienza agrarie. Arrestato il 26 Tir ad Enghelab Sq. Trasferito ad Evin.
  • Hajarian tra gli imputati della quarta udienza del processo
Secondo quanto riferisce l’agenzia Fars, la quarta udienza del processo, ripresa dalla Tv di stato, vedrà tra gli imputati i membri del partito riformista Mosharekat. Tra questi – riferiscie il sito Jahan – Saeed Hajarian il quale, stando ad un a fonte autorevole, per le precarie condizioni di saluta in cui si trova, avrebbe affidato a sua moglie l’incarico di leggere la sua difesa in aula con una lettera redatta da persone che restano anonime.
  • Hengameh Shahidi trasferita nella sezione generale della prigione
L’agenzia Saham News riferisce che la Shahidi, dopo 50 giorni dal suo arresto trascorsi in isolamento è stata trasferita nella sezione generale del carcere dove condivide la cella con un'altra donna. La Shahidi, che soffre di complicazioni cardiache, è riuscita a contattare sua madre a cui ha riferito di star bene, di essere sotto controllo medico. Non cessa tuttavia la preoccupazione dei sui familiari per la sue condizioni di salute. Shahid inoltre, come del resto gli altri prigionieri politici, sarebbe dovuta essere stata rilasciata prima del Ramadam, come promesso dalle autorità. Molti di essi sono tuttavia ancora in prigione.
  • Il Dott. Maleki trasferito nella sezione 209 di Evin
Maleki arrestato due giorni fa nella sua casa, è stato trasferito nella sezione 209 del carcere di Evin. Lo riferisce suo figlio. Maleki, che ha potuto incontrare il suo avvocato , Yousuf Molai, è stato accusato di istigazione sovversiva ai danni del regime a seguito delle elezioni. Maleki, come riferisce suo figlio particolarmente preoccupato per le condizioni di saluta del padre, soffre di aritmia cardiaca ed è stato colpito da un cancro alla prostata. Ha76 anni e la detenzione in isolamento nella sezione 209 potrebbe solo peggiorare il suo stato.
  • Proibite le visite al giornalista Bahman Aamooi
Alla sua famiglia, recatasi alla prigione di Evin dove Aamooi è detenuto da circa 65 giorni, dopo ore di attesa è stato riferito dagli agenti carcerari che le visite erano proibite per il giornalista, riferisce amareggiato esuo fratello. Bahaman, inoltre, in 65 giorni di detenzione ha avuto la possibilità di avere contatti con la sua famiglia solo una volta.
  • Karroubi pubblica le prove degli abusi sessuali avvenuti nella prigione di Kahrizak
Come annunciato nei giorni precedenti, Karroubi ha pubblica le prove degli abusi sessuali subiti dai detenuti a Kahrizak. Affida alla carta stampata il resoconto di una delle vittime che ha riferito la sua terribile esperienze alle autorità giudiziaria in diverse sedute.

Di seguito la testimonianza:

“ Mr Karroubi, dopo le testimonianze che avevo rilasciato, ha voluto ch trascorressi con lui molti giorni. Ha cercato di aiutarmi, parlandomi per ore. Ha cercato di non farmi sentire”colpevole” per quello che mi avevano fatto. Mi ha convinto che sono “innocente”. Ho iniziato a sentirmi meglio. Ho allontanato il pensiero del suicidio.

Mercoledì 22 Luglio 2009 ho testimoniato in presenza del pubblico procuratore, il dott. Mohammadi, una persona davvero rispettabile. Mi ha parlato con gentilezza e tatto. Mi ha fatto domande sul luogo di detenzione, sugli sui responsabili degli interrogatori, degli abusi e delle torture. Mi ha congedato chiedendomi di essere forte e tenere duro.

La seconda seduta, avvenuta il 20 Agosto 2009, le cose sono andate molto diversamente. 3 persone del dipartimento giudiziario sono venute nell’ufficio di Mr Karroubi e mi hanno consegnato dei documanti da compilare. Il giudice Moghdami con altre due persone hanno iniziato ad interrogarmi. Mi hanno poi chiesto di mettere tutto per iscritto, esattamente tutto quello che mi era accaduto in prigione. Hanno ripreso ad interrogarmi. Per 3 ore di seguito hanno continuato chiedermi di Mr Karroubi, come e perché lo conoscessi, perché avessi riferito a lui. Incalzavano con centinaia di domande sul mio coinvolgimento nelle proteste post elettorali. Dopo 3 ore protesto. Mi dicono che hanno bisogno di accertarsi della verità, non sanno se mento o se qualcuno mi ha “convinto” a testimoniare. Fanno pressione su di me con domande che mi fanno sentire a disagio. Mi convinco che vogliono esattamente questo, vogliono che crolli e che “confessi” il falso: Karroubi mi ha pagato perché testimoniassi, perché facessi quelle dichiarazioni. Mi portano dal giudice. Chiedo il motivo di tutto quello spietato accanimento contro dei giovani. Mi dice che la parola della guida suprema non va mai messa in discussione. Le elezioni erano regolari, nessuna protesta o obiezione è tollerabile. Poi ha aperto la lettera dove mi avevano chiesto di scrivere tutto quello che mi era accaduto in prigione.

Mi ha accusato di essere un bugiardo, che nessuno aveva commesso quegli orrori. Ha visto la mi areazione ed ha aggiunto che avrei dovuto tacere se quella era la verità. Se ne sarebbe occupato Dio. Non ho capito quale decisione o provvedimento avessero preso rispetto alla mia testimonianza.

Oggi sono venuti a fare domande ai miei vicini, su di me, sulla mia famiglia. Cercano forse di intimidirmi per farmi tacere? Sono stato arrestato, sono stato in prigione. Mi hanno picchiato selvaggiamente, a morte. Mi hanno fatto cose difficile a raccontarsi. Ho solo raccontato la mia storia a Mr. Karroubi. So che la mia gente è con me, che un giorno i responsabili pagheranno”.

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