Monday, August 31, 2009

Messaggio di Qaleb Hosseini ai Lavoratori e agli attivisti per i diritti dei Lavoratori


Il comitato di coordinamento dei lavoratori e degli attivisti per i lavoratori;

Come sapete, sono stato arrestato il 1 maggio 2008 in seguito alla mia partecipazione alla festa internazionale dei lavoratori.

Il giorno in cui ovunque nel mondo, non si smette di lavorare per protestare contro tutte le ingiustizie e le inugiaglianze, e per dimostrare solidarieta' a tutte le classi sociali e a quanti con il proprio duro lavoro, provvedono alle necessita' della societa' in cui vivono senza tuttavia poter godere di ciò stanno producendo.

Io, come centinaia e migliaia di altri lavoratori che hanno partecipato alla cerimonia tenutasi in questa giornata, sono stato arrestato e dopo gli interrogatori ed il processo, sono stato condannato a 50 frustate e a 6 mesi di carcere. Il 21 febbraio 2009, dopo l'esecuzione del verdetto relativo alle 50 frustate, sono stato trasferito nella prigione centrale di Sanandaj.

Carissimi, questa non è la prima e l'ultima volta che la classe operaia paga un prezzo per difendere i propri diritti e le proprie richieste. Sono trascorsi oltre 150 anni dalle prime lotte dei lavoratori, dallo sciopero delle operaie della fabbrica tessile di Chicago per ottenere la riduzione dell’ orario di lavoro e l'aumento del salario. La lotta e' andata avanti e continua tutt'oggi con i suoi alti e bassi. I leader dei lavoratori nel corso della storia sono stati torturati e giustiziati dai fautori del capitalismo.

Nel mondo non c'è stato un giorno senza che i lavoratori siano stati attaccati e offesi per aver reclamato i loro diritti.

Nel mondo non c'è stato un giorno senza notizie di incidenti sul lavoro per le inadeguate condizioni dei cantieri, per la mancanza di sicurezza nei posti di lavoro, per l’ avidita' dei datori di lavoro preoccupati unicamente di aumentare i profitti. Ogni giorno le mani e i piedi dei lavoratori vengono schiacciati da macchine, i loro corpi sepolti sotto tonnellate di terra e pietre nelle miniere. Questi sono i crimini causati dal capitalismo.

I miei amici Lavoratori

Se il carcere, le frustate e persino la morte sono il prezzo da pagare per la libertà, per la difesa dei diritti di tutti gli uomini, per una vita migliore, per un mondo senza schiavitù ed ingiustizia, lo accettiamo. Sopporteremo prigione torture se questo servisse a cancellare la povertà, la miseria, la fame, la disoccupazione, la corruzione e tutte la ingiustizie sociali.

Vogliamo un mondo dove nessuno mai dovrebbe subire insulti, umiliazioni o esser costretto a ledere la propria dignità per sopravvivere Nessuno dovrebbe arrivare a commettere reati, a scegliere di prostituirsi per poter mangiare.

Vogliamo che tutti gli esseri umani possano vivere nelle stesse condizioni di libertà e di uguaglianza, di libertà di espressione, senza povertà , fame e schiavitù.

Dopo aver spezzato le catene di ogni forma di schiavitù, con ghirlande di fiori rossi intorno al collo celebreremo la vittoria un giorno.

Lavoratori

Grazie a tutti a voi per il sostegno dato a me ed alla mia famiglia durante il mio arresto e la mia detenzione, grazie per tutti i vostri sforzi. Ringrazio sinceramente i membri del comitato di coordinazione , gli operai del cantiere edilizio australiano, il “consiglio della donne”, tutti gli amici ed i parenti che mi sono stati vicini durante la mia detenzione e mi hanno accolto calorosamente dopo il rilascio, facendo in modo che non perdessi mai la speranza.

Senza alcun dubbio organizzare una festa di benvenuto per un lavoratore, frustato ed imprigionato per aver preso parte alle manifestazioni del 1 Maggio, significa difendere e sostenere i diritti, le richieste e la dignità della classe dei lavoratori.

Concludo ringraziandovi di cuore ancora una volta. Mi impegno davanti a tutti coloro che mi amano a continuare a lottare per i nostri diritti.

La solidarietà, l’unità e la consapevolezza della nostra identità sono gli unici mezzi per ottenere la vittoria.

Qualeb Hosseini

Iran - Blogging per la Rivolta …. Domenica 30 agosto!

  • Mohammad Khatami: non è rimasto spazio per per difendere la Repubblica Islamica
Seyed Mohammad Khatami ha dichiarato che la gente aspetta che venga fatta giustizia, attraverso processi e condanne, dei "i terribili ed odiosi crimini commessi, delle ucciosioni e degli arresti arbitrari”. Ha anche aggiunto che i gravi fatti emersi di recente, rendono ormai la Repubblica Islamica indifendibile. A causa dei recenti avvenimenti la Repubblica islamica dell'Iran, agli occhi del mondo, viene vista come un sistema irrazionale, violento e incompatibile con gli standard umani ed etici. Khatami ha affermato che il regime ha ignorato il desiderio e il voto del popolo ed ha violato anche le proprie regole e norme. Ha inoltre fatto riferimento alle torture e alle uccisioni che hanno avuto luogo nelle carceri, sostenendo che ci sono state grosse discrepanze negli avvenimenti verificati dopo le elezioni
  • Zarqami: in forte calo gli ascolti dell' IRIB (Radio/TV di stato) dopo le elezioni
Zarqami ha annunciato che la televisione non è piu' la “benvenuta nelle case della gente”. Il direttore dell'IRIB ha dichiarato che l'audience e' diminuito del 40% dopo i recenti avvenimenti ed il motivo è dovuto alla parzialità dei programmi trasmessi dall’ IRIB.
  • Saeed Mortazavi diventa il vice procuratore generale
Sadeq Larijani, il capo della magistratura ha nominato Saeed Mortazavi, l'ex procuratore di Teheran, vice procuratore generale.
  • Botte e ricovero in ospedale per Keyvan Samimi
Nonostante la promessa dell’ imminente rilascio di Keyvan Samini fatta da Sobhani, l'investigatore della filiale 3 della sicurezza iraniana, il Giudice Mortazavi ha impedito che finora accadesse. Secondo il rapporto di Nowrouz, nell'arco di 2 mesi e mezzo di detenzione, l'attivista in questione ha ricevuto soltanto 2 visite e gli è stato impedito di accedere a un legale. Nonostante tutte le affermazioni da parte delle autorità sul corretto trattamento dei prigionieri, Keyvan durante l'ultima visita ricevuta dalla sua famiglia ha raccontato che era stato picchiato, tanto che una volta sono stati a costretti ricoverarlo nella clinica del carcere per un giorno.
  • Giornalista convocato dal Ministero dell’ Informazione e un'altro arrestato
Masha Allah Shamsolva'ezin, portavoce dell'associazione per la difesa della libertà di stampa, è stato convocato dal Ministero dell’ Informazione e minacciato di non rilasciare alcun tipo di intervista con i media. Negli ultimi 40 giorni è stata la seconda volta che questo importante giornalista è stato convocato dal ministero per motivi legati alle interviste rilasciate.
D'altro canto Mehdi Hossein Zadeh, giornalista ed analista economico, è stato detenuto in carcere per 3 settimane a causa di un suo articolo scritto sulle confessioni forzate ottenute da parte delle autorità del regime.
  • Scoperta l’identità di una giovane donna uccisa, il cui corpo è stato bruciato con l’acido e segretamente sepolto dopo lo stupro
Saeedeh Pour Aqayee è una giovane donna, una ragazza. È stata sepolta nella sezione 302 del cimitero di Bheshte Zahara in una di quelle tombe senza nome. Era figlia unica. Una notte, dopo aver cantato dai tetti “Dio è grande”, è stata arrestata da agenti in borghese e da Basji. In un obitorio a sud di Teheran sua madre ha identificato il suo corpo 20 giorni dopo il suo arresto. Non le è stato concesso di portar via da lì il corpo di sua figlia, ci hanno pensato loro, le autorità, a seppellirlo segretamente. Solo dopo due settimane la famiglia ha appreso che era stata sepolta nella sezione 302 del cimitero. Li hanno minacciati ed intimiditi. Nessuno doveva sapere la verità. Saeedeh era morta per complicazioni al rene: questa la versione ufficiale. Nessuno doveva conoscere la sua storia, nessuno doveva sapere che era stata stuprata, uccisa, bruciata con l’ acido e poi sepolta in segreto. Uno dei suoi familiari ha parlato, ha detto la verità.
  • Il Governatore di Teheran: se le proteste continuano l’ università di Teheran sarà chiusa per un semestre
Il Governatore di Teheran in una lettera all’ università della capitale ne ha chiesto la chiusura per un semestre a causa delle continue proteste notturne che hanno luogo nel dormitorio studentesco: ogni notte alle dieci si leva lo slogan “ Dio è grande”.
  • Familiari dei detenuti radunati davanti al tribunale della Rivoluzione di Teheran: le false promesse delle autorità
Sabato 30 Agosto circa 120 persone, familiari dei detenuti arrestati di recente, si sono radunati davanti al tribunale della Rivoluzione di Teheran per protestare contro le promesse non mantenute dalle autorità: era stato comunicato loro che sarebbe avvenuto il rilascio dei detenuti prima dell’ inizio e del Ramadan. Le autorità continuano a temporeggiare e a prendere tempo, affermando che tutti sarebbero stati rilasciati entro la fine di questa settimana. La reazione è stata l’ennesima protesta davanti al tribunale. Inoltre va ricordato che la maggior parte di queste famiglie non ha la disponibilità economica per una eventuale cauzione.
  • Ahmadinejad: 4 ministri del nuovo gabinetto nominati ambasciatori e manager per “l’affare sul nucleare”
Kamaran Lankarani, ministro della Salute, è stato nominato ambasciatore iraniano in Cina; Zahedi. Ministro della Scienza, sarà ambasciatore dell’Iran nell’ UAE. Sadeq Mahsouli, ministro dell’ Interno, nuovo ambasciatore per le Nazioni Unite, mentre Parviz Fattah, è stato nominato responsabile in prima persona della “ compagnia di esportazione dell’energia nucleare” non ancora strutturata.
  • Gli Operai dell’ “Iran Khodro” sostengono lo sciopero degli operai della “Pars Wagon”
-Il diritto alla vita è un tuo inalienabile diritto

-Non percepire il salario per diversi mesi è di fatto un furto

-Chi priva del salario operai e lavoratori deve essere dimesso

-Scioperare e protestare sono gli unici mezzi per reclamare i tuoi diritti

-Sosteniamo la vostra battaglia e siamo solidali con le vostre richieste

-Avrete il nostro sostegno incondizionato fino a quando non otterrete le vostre legittime richieste

-Vogliamo che tutti i lavoratori, le organizzazioni per i Diritti Umani, le associazioni di lavoratori, non lascino da soli gli operai della Pars Wagon e che ottengano dal governo risposte alle loro legittime richieste.

Lunga vita e solidarietà ai lavoratori

Lunga vita alla battaglia degli operai della Pars Wagon

Un gruppo di operai della Iran Khodro

Sunday, August 30, 2009

Iran – Blogging in Diretta: Aggiornamenti 28 - 29 Agosto!

  • Possibili Sommosse dei Lavoratori Iraniani
Il sito internet “Alef” di Ahamad Tavakoli , valutando la precaria e grave situazione economica attuale, prevede forti proteste da parte dei lavoratori. Circa 200 mila dipendenti di 500 aziende, infatti, non hanno ricevuto il salario negli ultimi 3 mesi. Inoltre il tasso di disoccupazione si è incrementato del 3% nel corso dell’ultimo mese: 1646 sono le persone che hanno perso il lavoro.
  • Esponenti donne dell’ala dei Conservatori chiedono le Dimissioni di un Ministro Donna
Esponenti donne dell’ala dei Conservatori stanno facendo pressione in questi giorni per ottenere che Ajorloo rassegni le dimissioni prima dell’ approvazione della Camera dei Rappresentanti. Ritengono infatti che ci siano candidate più valide e con maggior esperienza alle spalle che potrebbero essere nominate dall’AN, come ad esempio Marzieh Vahid Dastjerdi.
  • Si quadruplica il numero di Abusi sui Bambini nell’ Azarbaydjan occidentale
I casi di abusi su bambini sono aumentati di ben 4 volte nel corso dell’ultimo anno in Azarbajdjan (a nord ovest dell’ Iran). Secondo il rapporto dei servizi di assistenza sociale, riferito dall’ agenzia Mookrian news, dall’inizio di quest’anno sono stati registrati almeno 21 casi di abusi rispetto ai 5 casi dello scorso anno. La maggior parte delle vittime, che hanno subito abusi sia fisici che psicologici, hanno meno di 9 anni se si tratta di bambine, mentre tra i 9 ed i 13 anni se sono bambini. Si registrano inoltre nelle aree più degradate della regione ed in contesti familiari poveri e disagiati.
  • Ahmadinejad ha chiesto un faccia a faccia con Moussavi e Karroubi
Ahmadinejad nel discorso tenuto a Teheran durante le preghiere del venerdì, ha chiesto un faccia a faccia con coloro che egli ritiene essere i maggior responsabili degli incidenti post elettorali. Ha dichiarato, secondo quanto riporta l’agenzia ILNA, che molti sfortunatamente si sono lasciati ingannare e circuire da macchinazioni messe abilmente in piedi dai nemici della repubblica islamica, sebbene l’intero mondo sapesse che le elezioni in Iran si sono svolte all’ insegna della trasparenza. L’ inevitabile conseguenza, ha aggiunto, sono stati i violenti incidenti che hanno causato morti e feriti. Riguardo alle aggressioni nel dormitori universitari e agli abusi nelle prigioni ha affermato che si è trattato, anche in tali casi, di “messe in scene dei nemici”.
  • Un rappresentante del Congresso americano chiede ad Obama di non accettare la visita di Ahmadinejad a New York
Ileana Ros-Lehtinen, rappresentante del Congresso americano, in una lettera a Barak Obama chiede formalmente al presidente di non accettare la visita di Ahmadinejad a New York e di impedirne la partecipazione alla conferenza delle Nazioni Unite alla luce dei gravi e recenti avvenimenti: la brutale repressione del regime nei confronti del popolo iraniano, il sostegno al terrorismo internazionale, le posizioni dichiaratamente antisemite del neoeletto presidente. La presenza di Ahmadi Nejad negli Stati Uniti, si legge inoltre nella lettera, costituirebbe un potenziale pericolo per la sicurezza nazionale.
  • Le Esecuzioni del 1988 Pianificate mesi prima
In occasione del 21simo anniversario delle esecuzioni di massa dei prigionieri politici ordinati dal regime nel 1988, l’ associazione per i diritti umani in Iran (Iran Human Rights) ha pubblicato un importante documento “ Deadly Fatwa: the execution of Iranian prisoners during 1988”. Nel resoconto si dimostra, grazie ad una puntuale documentazione ed alle testimonianze dei familiari delle vittime, che le esecuzioni di massa del 1988 sono state pianificate prima della Fatwa emessa da Khomeini e cioè prima che avvenisse l’attacco iracheno dei Mojahedin Khalgh all’ Iran nell’ estate dell’ 88.
  • Notizie su Maziar Bahari e Ahmadi Amooi dalla prigione di Evin
Ahmadi Amooi, giornalista arrestato due mesi fa con sua moglie Zhila Bani Yaghoub, ha avuto una conversazione telefonica con la sua famiglia giovedì, nel corso della quale ha affermato che il suo caso dovrebbe essere esaminato dal tribunale della Rivoluzione la prossima settimana. Ammoi è attualmente tenuto in isolamento, come riferisce sua moglie.

Il ministro degli esteri canadese, nel corso di una conferenza stampa in Turchia e di una conversazione con Mataki, Ministro degli Esteri iraniano, ha chiesto l’immediato rilascio del giornalista iraniano-canadese Maziar Bahari esprimendo la preoccupazione per la sua situazione: Bahari è detenuto senza alcuna prova o accusa a suo carico.
  • Il dossier sulla Reppublica Islamica è stato sottoposto alla Corte Internazionale per i Crimini ad Hague (Olanda)
La Commissione Internazionale contro le Esecuzioni ha presentato un resoconto sui recenti episodi di abusi e violenza in Iran alla Corte Internazionale per i Crimini ad Hague (Olanda) il 28 Agosto. Durante la conferenza, presenziata da Farshad Hoseini, Mina Ahadi, Shiva Mahboobi, Farideh Aarman, Akram Biranvand e Fereshte Moradi si è discusso dei crimini compiuti dalla repubblica islamica negli ultimi 30 anni di regime: le esecuzioni capitali, le torture, i processi farsa, le esecuzioni di minorenni, le intimidazioni e le minacce agli oppositori politici dentro e fuori l’ Iran. Molti dei presenti avevano in mano le foto di coloro che sono stati uccisi, stuprati, torturati.
  • Tempo di Processi per gli agenti in borghese e forze non autorizzate
Mohammed Ali Jafari, leader delle Guardia Rivoluzionaria, ha dichiarato che sono state avviate indagini per identificare agenti in borghese e forze non autorizzate responsabili dei recenti episodi di violenza, e che saranno processati entro il prossimo mese. Jafari ha inoltre sottolineato che le forze Basij non sono in nessun modo coinvolte nei brutali attacchi al dormitorio universitario di Teheran. I responsabili, aggiunge, sono forze non autorizzate, mercenari, che vanno identificati e puniti
  • Tagliati fuori” molti Studenti universitari Attivisti
Un notevole numero di studenti che ha superato brillantemente la prima prova di ingresso ai master banditi da tutte le università iraniane, non è stato in grado di accedere al test finale. Secondo quanto riferisce Amir Kabir, si tratta per la maggior parte di studenti attivisti che in tal modo vengono “fatti fuori”. Dunque altri nomi si aggiungono alla lunga lista di studenti che sistematicamente, da dopo le elezioni, vengono espulsi dalle università, sospesi dai corsi per un periodo determinato o in qualsiasi modo tagliati fuori dal percorso di formazione, ostacolati e privati del loro diritto all’ istruzione.
  • Mortazavi Dimesso
Secondo ILNA, l'ayatollah Aamoli Larijani, nuovo capo dell’autorità giudiziaria, ha nominato Hojatol Islam Ahmad Shafii procuratore giudiziario, Hojatol Islam Ahmad Vaezi Jozie vice direttore di formazione giudiziaria e Abbas Dolat Abadi come pubblico ministero.
  • Il capo delle forze di polizia di Teheran: “nessun prigioniero è morto nel carcere di Kahrizak”
Secondo quanto riporta l’agenzia Mehr news, il comandante Aziz Alloah Rajab Zadeh ha dichiarato che 140 persone, tra quelle arrestate nel corso degli scontri post elettorali, sono state trasferite per motivi di spazio nel carcere di Kahrizak rimanendovi per 3 giorni. Ha inoltre ha affermato che nessuno prigioniero è morto durante la detenzione a Kahrizak e che, in ogni caso, si attendono i risultati della commissione investigativa nominata dal Ministero dell’ Informazione per far luce sui presunti abusi avvenuti nella prigione.
  • Violenti scontri tra le forze armate ed i cittadini del Kurdistan
Le manifestazioni di protesta per l’uccisione di un ragazzo per mano della polizia, sono finite in violenti e sanguinosi scontri. Il 27 agosto, agenti di polizia di Kolber hanno ucciso un giovane, Samet Kheder Rasool, a Sardasht. Le violente proteste seguite a questo gesto sono degenerate in un sanguinoso scontro tra la gente scesa in strada e le forze di polizia: molti arresti, e feriti; rimasto ucciso il comandante della stazione di polizia davanti alla quale la folla si era radunata.
  • Continuano le pressioni su Shadi Sadr
Sobhani, procuratore della sezione 2 della Corte di sicurezza di Teheran, ha emesso un verdetto di recupero degli effetti confiscati a Shadi Sadr e ai suoi familiari in seguito al suo arresto. Tuttavia il provvedimento non è stato ancora eseguito: infatti gli avvocati della Sadr si sono recati in diverse occasioni alla prigione di Evin senza alcun successo. Inoltre Shadi Sadr dal suo rilascio riceve telefonate anonime e minatorie nella sua casa e sul posto di lavoro.
  • Visite dei familiari per alcuni Detenuti
Secondo la testimonianza della moglie di Mostafa Taj Zadeh, le è stato finalmente concesso di far visita a suo marito dopo 80 giorni di detenzione. Inoltre 5 tra prigionieri politici ancora detenuti hanno incontrato i loro familiari: Mr. Mirdamadi, Tajzade, Ramezanzadeh, Safaie Farahani e Noroozi.
  • I familiari dei detenuti radunati ancora una volta davanti alla prigione di Evin ed al Tribunale della Rivoluzione
Quasi 100 persone tra parenti ed amici si sono radunati sabato 29 Agosto davanti alla prigione di Evin ed al Tribunale della Rivoluzione chiedendo l’immediato rilascio dei loro cari. Sono 70 giorni che le famiglie dei detenuti reclamano le loro legittime richieste davanti la prigione o davanti al tribunale, ma sistematicamente le autorità temporeggiano, guadagnano tempo. Inoltre gli agenti dell’ufficio di Haddad hanno chiesto loro di nominare un portavoce e di metter per iscritto le loro richieste. Al momento non è stato ancore consentito al rappresentante di recarsi all’ufficio di Hadad.

Di seguito un nuovo elenco di persone detenute:

  • Ali Naseri, 25 anni, laureato in Lingue. Arrestato il 26 di Mordad, trasferito a Evin
  • Mehdi Goodarzi, 19 anni, studente informatico, arrestato l’8 di Mordad e trasferito ad Evin.
  • Navid Agha Mirza, 28 anni, arrestato il 18 Tir. Trasferito nella prigione di Shapoor e poi ad Evin
  • Ramtin Samavati, 29 anni, laureato in scienze agrarie. Arrestato il 18 Tir, trasferito ad Evin.

Friday, August 28, 2009

Il Regime della Repubblica Islamica vieta la cerimonia al cimitero di Khavaran



  • La cerimonia commemorativa in occasione del 21simo anniversario del massacro dei prigionieri politici nel 1988, che doveva avere luogo oggi, 28 agosto, al cimitero di Khavaran, è stata impedita dal regime: forze di sicurezza hanno circondato l’aerea impedendo a chiunque l’accesso al cimitero.
I familiari delle vittime si sono radunati in gruppi differenti vicino alle loro auto ma sono stati aggrediti da agenti in motocicletta che tentavano di disperdere la folla e fargli abbandonare l’aerea. Molte della madri, mogli, sorelle lì presenti sono state convocate dal ministero dell’intelligence, interrogate ed avvisate di non commemorare l’anniversario o recarsi a Kharavan. Già nelle settimane precedenti, le famiglie delle vittime avevano ricevuto intimidazioni ed avvertimenti. Molti ,persa la speranza di poter entrare, hanno lasciato i fiori lungo la strada.

Iran – Blogging in Diretta: Aggiornamenti 27 Agosto!

  • Khamanei: “alcuni crimini sono stati compiuti nei recenti avvenimenti post elettorali, li affrontiamo ma non c’è bisogno di fare propaganda”

Il leader supremo ha affermato che sono stati compiuti crimini nei recenti avvenimenti post elettorali, come nella prigione di Kahrizak e nei dormitori dell’ università di Teheran. Crimini che hanno causato la morte di alcune persone e di cui vanno identificati i responsabili. Tuttavia ribadisce che non vi è alcuna necessità di fare propaganda sull’accaduto o diffonderne i contenuti tramite i media.
  • Rilasciato Abdolfattah Soltani
Abdolfattah Soltani, avvocato, è stato rilasciato il 26 agosto su cauzione ( circa 100,000 dollari) dopo 72 giorni di detenzione.
  • Gravi condizioni fisiche di una studentessa detenuta nella sezione 209 della prigione di Evin
Mahsa Naderi 19 anni, studentessa alla università Mofid di Qom, soffre di una grave infezione al rene ed alla vescica. Sono ormai 6 mesi che è in carcere, 3 dei quali trascorsi in isolamento e sotto tortura. Viste le sua condizioni avrebbe bisogno di usare il bagno liberamente ma non le è consentito, come del resto le impediscono di acquistare liquidi da ingerire per il suo stato.
  • Appello degli avvocato italiani contro la repressione in Iran e per il rispetto dei diritti base dei cittadini iraniani
“Gli avvocati democratici italiani esprimono il loro sostegno agli iraniani condannando” ogni forma di violenza e di repressione”
  • Shahou Mohammadi, studente dell’università Marivani di Mashhad, espulso
Shahou Mohammadi, studente all’ultimo anno di Genetica presso l’ università di Mashhad, è stato espulso. Accusato di aver attentato alla sicurezza nazionale, è stato inoltre condannato a 3 anni di prigione- Attualmente è detenuto nella prigione di Sanandaj.
  • Le Guardie Rivoluzionarie acquisteranno la Compagnia di Telecomunicazioni iraniana tra 20 giorni
  • Ancora una vittima dei recenti avvenimenti seppellita a Kermanshah
Mohammad Javad Parandakh, studente laureatosi all’ università di Isfahan, attivo nelle proteste post elettorali nella città, è stato seppellito nel cimitero di Kermanshah ieri pomeriggio. Secondo alcune notizie non confermate sarebbe stato arrestato dalle forze di sicurezza e dopo alcuni giorno il suo corpo sarebbe stato restituito alla famiglia. Hanno intimidito e minacciato quest’ultima di non celebrare alcuna funzione e di attribuire la causa della morte ad un incidente stradale. La gente al suo funerale ha cantato slogan contro il regime.
  • Spietata sentenza per uno studente in prigione
Hasan Tarlani studente di 22 anni è stato condannato, giovedì 25 agosto, a 10 anni di detenzione da scontare in “esilio” a Kerman. È stato accusato di aver attentato alla sicurezza nazionale, di propaganda anti regime e di blasfemia.
  • Attivisti dei diritti dei Lavoratori di Sanandaj e di Kamyaran convocati in tribunale

Giovedì 27 agosto 4 dei membri della commissione di coordinazione, dopo 2 giorni di snervanti interrogatori e di pressioni psicologiche da parte dell’intelligence, sono stati trasferiti nella prigione della città di Sanandaj.

Thursday, August 27, 2009

Iran – Blogging in Diretta: Aggiornamenti 26 Agosto!

  • L’ufficio di Hasehmi Rafsanjani:un macchinoso complotto per creare spaccature all’ interno del Regime Islamico
Dopo le recenti dichiarazioni rilasciate da Esfandiar Rahim Mashaie, circa i presunti di contatti dei leader riformisti con le autorità occidentali, Expediency Discernment Council ha replicato sottolineando non solo l’infondatezza di certe dichiarazioni ma denunciando il chiaro intendo di destabilizzare internamente la repubblica islamica mentre il regime continua ad accusare le ingerenze esterne dei governi occidentali.
  • La storia terrificante di uno studente universitario arrestato e torturato in prigione
L’agenzia Amir Kabir News riferisce la terribile storia di A.G., studente all’università di Mashhad, arrestato a Teheran il 23 Tir. E’ stato picchiato, pesantemente insultato, legato e portato in luogo sconosciuto da dove, dopo una settimana, viene trasferito nella prigione di Evin. Viene tenuto in isolamento. Ha ferite gravi, la faccia contusa, le dita rotte, ma non gli vengono prestate cure mediche. Viene bendato ed interrogato all’infinito. Lo accusano di essere un blasfemo, di cooperare con gli stranieri, di aver attentato alla sicurezza nazionale, di aver recato danni alla pubblica proprietà. E’ stato rilasciato di recente su cauzione, appena 50,000 dollari.
  • Un membro della Commisione Speciale di Indagine rivela: Stupri con Bastoni e Bottiglie
Un membro della Commissione Speciale di indagine istituita per gli incidenti post elettorali, la cui identità vuole rimanga segreta, ha dichiarato che sono emerse valide prove degli stupri subiti dai detenuti con bottiglie e bastoni ed ha aggiunto che a termine dell’indagine, tutte le prove raccolte saranno sottoposte alle autorità competenti.
  • Kazem Jalai: Il capo redattore del giornale Etemade Meli ha chiesto l’arresto di Karroubi
Mohammad Ghoochani, capo redattore dimEtemad, detenuto per un breve periodo, ha chiesto l’arresto di Karroubi. L’agenzia Jahan news riporta alcune dichiarazioni fatte da Ghoochani in prigione a Kazem Jalali, membro della commissione speciale di indagine per i recenti arresti. Ghoochani afferma di esseresi semplicemente limitato a scrivere e a far pubblicare le dichiarazioni di Karroubi sui brogli elettorali.
  • Dichiarazione Ufficiale degli Scrittori Iraniani riguardo alle rivelazioni sugli stupri
Dopo le terribili rivelazioni degli stupri subiti dai detenuti, gli scrittori iraniani uniti hanno chiesto che questo crimine inumano venga combattuto. Sono circa 30 anni che si assiste impotenti alla sistematica violazione dei diritti basilari dei prigionieri in Iran, specialmente dei prigionieri politici. I casi di stupri ed abusi sessuali recentemente emersi ne sono una prova e sfortunatamente non sono una novità: gli stupri e gli abusi sui prigionieri per devastarli e costringerli a false confessioni sono un “metodo” ben collaudato e già sperimentato in passato.

Il fatto più sconcertante è che torturatori e stupratori agiscono liberamente contro i prigionieri, che molto spesso non riescono a parlare di questo orrore e a condividerlo con altri. Lo scopo è intimidire le vittime, costringerle al silenzio, farle sentire colpevoli. Fortunatamente alcune delle vittime hanno avuto il coraggio di testimoniare, di non aver paura e di consentire in questo modo che i responsabili di queste orribili crimini e violazioni vengano individuati. E puniti. Gli scrittori iraniani chiedono che i responsabili vengano puniti, chiunque essi siano, a qualunque rango o posizione appartengano. Ci uniamo a questa richiesta ufficiale. Sosteniamo e diamo il nostro supporto incondizionato alle vittime, specialmente alle giovani vittime degli stupri. Devono sapere che testimoniare o rivelare la verità in pubblica non ferirà la loro dignità, ma aiuterà la società a debellare questi orribili crimini, devono sapere che il mondo li accoglierà a braccia aperte.

Wednesday, August 26, 2009

Iran – Blogging in Diretta: Aggiornamenti!


  • Artisti svedesi chiedono al loro primo Ministro di aiutare gli iraniani nell’attuale situazione critica.


  • Intervista a Abdolkarim Lahiji: i crimini commessi dal governo iraniani potrebbero essere presentati al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite
In un intervista rilasciata al Deutsche Welle, il Dott. Abdolkarim Lahiji avvocato iraniano residente in Francia, afferma che la definizione giuridica di"crimine contro l'umanità" ha un connotazione specifica, in riferimento alla quale non è possibile richiedere un processo giudiziario nei tribunali internazionali. Afferma tuttavia che c'è la possibilità di sottoporre il caso dell’ Iran allì Assemblea Generale delle Nazioni Unite che si terrà nel mese di settembre. Lahiji ritiene inoltre, che i crimini commessi dal regime iraniano possono essere sottoposti al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.


Seconda Dichiarazione dei familiari delle vittime del regime negli anni 80


Sono trascorsi 31 anni dalla rivoluzione islamica, durante i quali, senza soluzione di continuità, il regime ha inflitto repressione, torture, prigionia, esecuzioni con l’obiettivo di autoconservarsi demolendo qualsiasi forma di opposizione. In questi ultimi 30 anni tuttavia, in due fasi distinte di violenta repressione, questo regime ha dimostrato di essere di gran lunga più spietato dei precedenti in Iran: una volta durante la guerra decennale contro l’ Iraq, che fornì il “pretesto” per un massacro che toccò il suo apice nel 1988, e negli ultimi due mesi, quando la gente, dopo 30 anni, è riuscita ad urlare slogan in strada e a cantare sui tetti per riconquistare la loro rivoluzione.

30 anni dopo il regime islamico ripete esattamente la stessa dinamica di 30 anni fa per reprimere le opposizioni: violenza, prigione, torture, stupri, esecuzioni, confessioni estorte, processi “farsa”, ma questa volta, visto che lo scopo era terrorizzare gli avversari e gli oppositori, la brutalità e la violenza si sono inasprite ancora di più che in passato. Se tuttavia i massacri compiuti negli anni 80, le brutali esecuzioni dei prigionieri, ebbero minore risonanza nel mondo (molte organizzazioni internazionali per i diritti umani furono fatte tacere dal governo), questa volta nonostante il regime, le grida di protesta degli iraniani non sono state ignorate dal mondo: le notizie emerse e fatte uscire grazie agli studenti, ai blogger, alla gente comune e l’ opinione pubblica internazionale con la pressione che è riuscita ad esercitare hanno contribuito a non far passare sotto silenzio gli eventi di questi ultimi mesi. Eppure gli slogan e di canti di oggi non diversi da quelli degli anni ’80: libertà e giustizia.

Noi, le famiglie di coloro che sono stati uccisi negli anni ’80, abbiamo vissuto situazioni davvero difficili, le peggiori, durante tutti questi anni. Sappiamo che se questa “routine” di violenza e repressione continuerà, ciò che è accaduto a noi, accadrà alle famiglie di coloro che sono stati uccisi negli ultimi due mesi. Hanno rapito, torturato giustiziato i nostri cari. Non sono stati processati, non abbiamo mai saputo di quali reati fossero accusati. Non ci hanno restituito i loro corpi, non ci hanno detto il luogo in cui sono stati sepolti. Dopo lunghe ricerche ci è stato detto che i loro corpi erano seppelliti a Khavaraned o nei cimiteri di altre città. Seppelliti in gruppo o individualmente.

Oggi chi è sceso in strada a protestare, ad opporsi è stato ucciso da bastoni proiettili. È stato arrestato e nell’inferno di queste carceri ha subito torture e stupri. Saremo fortunati se ci restituiranno i loro corpi. Ci hanno messo sotto pressione ( noi, le nostre famiglie, le persone amate). Ci hanno impedito di studiare, ci hanno cacciato dai posti di lavoro e ci hanno sbarrato ogni strada per migliorare e crescere. Le nostre famiglie, quelli che restano, hanno sofferto profondamente, segnati oramai da questa ferita. Sono stati costretti a lasciare il paese, hanno affrontato depressione, povertà e disagi.

Ai familiari, ai cari di coloro che sono stati uccisi di recente non è stato permesso piangere. Sono stati minacciati. Gli è stato proibito di andare sulle tombe loro figli. La storia si ripete, identica a 30 anni fa: ci impedivano di celebrare qualsiasi funzione minacciandoci, arrestandoci. Non sta accadendo forse esattamente lo stesso adesso?

Noi, alcuni dei familiari della vittime del regime negli anni ’80, in occasione del 21simo anniversario dei massacri avvenuti nelle prigioni, per esprimere solidarietà alle loro famiglie e a quelle che hanno perso di recente i loro cari, annunciamo un raduno a Khavarn, venerdì 28 Agosto alle 9 del mattino.

Chiediamo:

Che i responsabili dei massacri degli anni 80 vengano processati, in particolare il gruppo responsabile delle esecuzioni del 1988 e i responsabili degli stupri, delle torture, degli abusi avvenuti di recente.
I nomi delle persone seppellite negli anni 80 a Khavaran e quelli arresta ed uccisi nei recenti avvenimenti
Il rilascio incondizionato di tutti i prigionieri politici
Annullamento di qualsiasi sentenza di esecuzione capitale
Fornire le accusa formali a carico dei detenuti politici e delle persone giustiziate nel corso di questi 30 anni, e rivelare la ragione per la loro esecuzione.
Ottenere i testamenti delle persone giustiziate.
Rivelare i luoghi di sepoltura delle persone giustiziate durante i 30 anni di governo del regime islamico a Teheran ed in altre città. Fornire incondizionatamente i nomi di coloro che sono stati uccisi di recente e consentire alle famiglie di celebrarne la funzione in casa o al cimitero.
Consenso per una lapide sul luogo di sepoltura
Avviare un processo giudiziario a carico di chi ha ordinato la demolizione del cimitero di Khavaran e di altri cimiteri, e di chi ha esercitato pressioni sui familiari delle vittime durante tutti questi anni.
Restituire i diritti di cittadinanza alla famiglie delle vittime cessando ogni sorta di privazione sociale, politica, economica e culturale nei loro confronti.


17 Agosto 2009

Commissione Internazionale contro le Esecuzioni

  • Invito alla conferenza stampa:
La Commissione Internazionale contro le Esecuzioni presenta una relazione sulle violenze e gli abusi avvenuti di recente in Iran (Elenco di 100 persone uccise dal Governo e la situazione dei prigionieri politici)

La Commissione Internazionale contro le Esecuzioni terrà una conferenza stampa per presentare una relazione aggiornata sulle 100 persone identificate, vittime della repressione del regime e le migliaia di corpi torturati: sarà pubblicato l’elenco delle centinaia di vittime delle recenti proteste post elettorali, il numero dei detenuti, la loro attuale condizione; sarà fornita una accurata esposizione dei casi di abusi, crimini e stupri subiti dai prigionieri politici nella carceri attraverso le testimonianza oculari che saranno lette nel coso della conferenza affinchè responsabili di questi crimini vengano processati dalla corte internazionale ad Hague.

Quando:

11:00 -13:00 Venerdì 28 Agosto 2009

Dove:

BV Perscentrum NieuwspoortAdres:
Lange Poten 10
2511 CL's-Gravenhage, Den haag

Chi:
  • Mina Ahadi, responsabile della Commissione Internazionale contro la Lapidazione
  • Farshad Hoseini, eesponsabile della Commissione Internazionale contro le esecuzioni
  • Freshte Moradi, commissione esecutiva contro la discriminazione.
  • Shiva Mahboobi, commissione esecutiva per la libertà dei prigionieri politici
  • Farideh Arman, attivista dei diritti delle donne
  • Akram Beyranvand, ex prigioniero politico autore del libro Yalda (De schrijver van de langste nacht)
Per maggiori informazioni si contatti Farshad Hoseini al numero +31-(0)633602627, o per email: farshadhoseini@yahoo.com

Tuesday, August 25, 2009

Iran – Blogging in Diretta: Aggiornamenti 24 Agosto!

  • Le famiglie dei detenuti, arrestati durante le proteste post elettorali, continuano a reclamare dinanzi al tribunale della rivoluzione ed alla prigione di Evin
Lunedì 24 Agosto più di 150 persone, tra familiari ed amici, si sono radunati davanti alla prigione di Evin per reclamare il loro diritto di vedere i propri congiunti e figli. Le notizie emerse del seppellimento clandestino di circa 40 corpi non identificati nel cimitero di Teheran hanno gettato nello sconforto e nell’angoscia le famiglie dei detenuti, che a diritto desiderano vedere i propri figli per accertarsi che stiano bene, considerando inoltre che molte di esse non hanno contatti con loro da circa due settimane. Nonostante la rabbia e l’amarezza, non è stato consentito alcun permesso di visita da parte dei dipendenti del carcere. I reclami e le proteste si sono allora concentrate davanti al tribunale della Rivoluzione , dove oggi infatti 60 famiglie si sono radunate.

Di seguito un elenco di altri detenuti:

Mohammad Yazdan Parast 30 anni, arrestato il 12 di Mordad, trasferito ad Evin
Khosrto Mardani, 25 anni, studente di informatica. Arrestato l’8 di Mordad. Trasferito ad Evin.
Hosain Ehsanifar, 24 anni,specializzando in scienza agrarie. Arrestato il 26 Tir ad Enghelab Sq. Trasferito ad Evin.
  • Hajarian tra gli imputati della quarta udienza del processo
Secondo quanto riferisce l’agenzia Fars, la quarta udienza del processo, ripresa dalla Tv di stato, vedrà tra gli imputati i membri del partito riformista Mosharekat. Tra questi – riferiscie il sito Jahan – Saeed Hajarian il quale, stando ad un a fonte autorevole, per le precarie condizioni di saluta in cui si trova, avrebbe affidato a sua moglie l’incarico di leggere la sua difesa in aula con una lettera redatta da persone che restano anonime.
  • Hengameh Shahidi trasferita nella sezione generale della prigione
L’agenzia Saham News riferisce che la Shahidi, dopo 50 giorni dal suo arresto trascorsi in isolamento è stata trasferita nella sezione generale del carcere dove condivide la cella con un'altra donna. La Shahidi, che soffre di complicazioni cardiache, è riuscita a contattare sua madre a cui ha riferito di star bene, di essere sotto controllo medico. Non cessa tuttavia la preoccupazione dei sui familiari per la sue condizioni di salute. Shahid inoltre, come del resto gli altri prigionieri politici, sarebbe dovuta essere stata rilasciata prima del Ramadam, come promesso dalle autorità. Molti di essi sono tuttavia ancora in prigione.
  • Il Dott. Maleki trasferito nella sezione 209 di Evin
Maleki arrestato due giorni fa nella sua casa, è stato trasferito nella sezione 209 del carcere di Evin. Lo riferisce suo figlio. Maleki, che ha potuto incontrare il suo avvocato , Yousuf Molai, è stato accusato di istigazione sovversiva ai danni del regime a seguito delle elezioni. Maleki, come riferisce suo figlio particolarmente preoccupato per le condizioni di saluta del padre, soffre di aritmia cardiaca ed è stato colpito da un cancro alla prostata. Ha76 anni e la detenzione in isolamento nella sezione 209 potrebbe solo peggiorare il suo stato.
  • Proibite le visite al giornalista Bahman Aamooi
Alla sua famiglia, recatasi alla prigione di Evin dove Aamooi è detenuto da circa 65 giorni, dopo ore di attesa è stato riferito dagli agenti carcerari che le visite erano proibite per il giornalista, riferisce amareggiato esuo fratello. Bahaman, inoltre, in 65 giorni di detenzione ha avuto la possibilità di avere contatti con la sua famiglia solo una volta.
  • Karroubi pubblica le prove degli abusi sessuali avvenuti nella prigione di Kahrizak
Come annunciato nei giorni precedenti, Karroubi ha pubblica le prove degli abusi sessuali subiti dai detenuti a Kahrizak. Affida alla carta stampata il resoconto di una delle vittime che ha riferito la sua terribile esperienze alle autorità giudiziaria in diverse sedute.

Di seguito la testimonianza:

“ Mr Karroubi, dopo le testimonianze che avevo rilasciato, ha voluto ch trascorressi con lui molti giorni. Ha cercato di aiutarmi, parlandomi per ore. Ha cercato di non farmi sentire”colpevole” per quello che mi avevano fatto. Mi ha convinto che sono “innocente”. Ho iniziato a sentirmi meglio. Ho allontanato il pensiero del suicidio.

Mercoledì 22 Luglio 2009 ho testimoniato in presenza del pubblico procuratore, il dott. Mohammadi, una persona davvero rispettabile. Mi ha parlato con gentilezza e tatto. Mi ha fatto domande sul luogo di detenzione, sugli sui responsabili degli interrogatori, degli abusi e delle torture. Mi ha congedato chiedendomi di essere forte e tenere duro.

La seconda seduta, avvenuta il 20 Agosto 2009, le cose sono andate molto diversamente. 3 persone del dipartimento giudiziario sono venute nell’ufficio di Mr Karroubi e mi hanno consegnato dei documanti da compilare. Il giudice Moghdami con altre due persone hanno iniziato ad interrogarmi. Mi hanno poi chiesto di mettere tutto per iscritto, esattamente tutto quello che mi era accaduto in prigione. Hanno ripreso ad interrogarmi. Per 3 ore di seguito hanno continuato chiedermi di Mr Karroubi, come e perché lo conoscessi, perché avessi riferito a lui. Incalzavano con centinaia di domande sul mio coinvolgimento nelle proteste post elettorali. Dopo 3 ore protesto. Mi dicono che hanno bisogno di accertarsi della verità, non sanno se mento o se qualcuno mi ha “convinto” a testimoniare. Fanno pressione su di me con domande che mi fanno sentire a disagio. Mi convinco che vogliono esattamente questo, vogliono che crolli e che “confessi” il falso: Karroubi mi ha pagato perché testimoniassi, perché facessi quelle dichiarazioni. Mi portano dal giudice. Chiedo il motivo di tutto quello spietato accanimento contro dei giovani. Mi dice che la parola della guida suprema non va mai messa in discussione. Le elezioni erano regolari, nessuna protesta o obiezione è tollerabile. Poi ha aperto la lettera dove mi avevano chiesto di scrivere tutto quello che mi era accaduto in prigione.

Mi ha accusato di essere un bugiardo, che nessuno aveva commesso quegli orrori. Ha visto la mi areazione ed ha aggiunto che avrei dovuto tacere se quella era la verità. Se ne sarebbe occupato Dio. Non ho capito quale decisione o provvedimento avessero preso rispetto alla mia testimonianza.

Oggi sono venuti a fare domande ai miei vicini, su di me, sulla mia famiglia. Cercano forse di intimidirmi per farmi tacere? Sono stato arrestato, sono stato in prigione. Mi hanno picchiato selvaggiamente, a morte. Mi hanno fatto cose difficile a raccontarsi. Ho solo raccontato la mia storia a Mr. Karroubi. So che la mia gente è con me, che un giorno i responsabili pagheranno”.

Monday, August 24, 2009

Iran – Blogging in Diretta: Aggiornamenti 23 Agosto!

  • Studenti Basij chiedono provvedimenti giudiziari per Mehdi Karoubi e Mir Hasain Mousavi
Studenti Basij di ben 8 università di Teheran in una lettera inviata a Larijani, nuova autorità giudiziaria, hanno chiesto che vangano intraprese azioni legali contro Karoubi e Mousavi: si sentono infallibili – dichiarano- e le loro azioni ed opinioni non fanno altro che favorire le interferenze “straniere”
  • Rafsanjani chiede obbedienza per Khamanei
Akbar Hashemi Rafsanjani, secondo quanto riporta la tv di stato iraniana, ha ufficialmente chiesto alle parti politiche del paese di rispettare le direttive della guida suprema Khamanei e porre fine di conseguenza alla crisi politica interna del paese. Ha chiesto ai gruppi politici coinvolti di prendere atto della costituzione e di prendere provvedimenti contro chi è responsabile a prescindere dalle convinzioni ideologiche o dalle posizioni politiche. E’ la prima volta, dalla elezioni presidenziali, che Rafsanjani assume una posizione di sostegno della guida suprema, dalla quale – come scrive France News – ha sempre preso le distanze, dichiarando durante i recenti venerdì di preghiera, che la causa scatenante la profonda crisi politica, era state proprio la recente elezione presidenziale.
  • Cercasi Basij per controllare le partite di calcio
Per la prima volta dall’inizio della stagione, lo stadio Azadi ha aperto le porte al pubblico per la partita di campionato Esteghal – Foolad. Esteghal inizia il suo gioco contro il Foolad ma uno sguardo alla sua panchina ha rivelato una sorpresa: nessun volto familiare o noto del club, solo facce nuove. Il sito web del club, nei giorni precedenti, in una dichiarazione ufficiale ha chiesto ai suoi fan con militanza nel corpo dei Basij, di riempire un modulo e far parte della panchina del club e del suo team.
  • Owliaie Fard: la Pressione sui Lavoratori sta diventando Insostenibile
Sotto processo i presidenti di due sindacati per il lavoratori, Ali Nejati e Reza Rakhshan. Accusati dal tribunale rivoluzionario di Dezfool di propaganda contro il regime, di legami con individui sovversivi, di organizzazione illegale del sindacato e di istigazione dei lavoratori contro lo stato, si sono proclamati innocenti respingendo tutte le accuse. Mr Nejati inoltre ha dato le dimissioni mentre era in stato di detenzione.
  • Saeed Mortazavi ha bloccato il rilascio di Sadegh Nowroozi, Somaie Tohidloo e Mohammad Reza Jalali Poor
L’ufficio legale del giudice Haddad aveva comunicato ufficialmente ai familiari dei tre detenuti il loro rilascio su cauzione. Tuttavia Mortzavi ha bloccato la procedura di rilascio proprio quando la lettera che ufficializzava la loro liberazione è giunta in prigione. La detenzione di prigionieri dopo che è avvenuto il pagamento della cauzione è assolutamente illegale – dichiarano i giuristi.
  • Studenti di Tabriz sospesi dalle lezioni
Tutti gli studenti dell’ università di Tabriz membri di “Desires Formation” sono stati sospesi dalla lezioni senza essere informati sulle ragioni del provvedimento disciplinare. Negli ultimi due mesi a centinaia di studenti di molte università iraniane è toccata la stessa sorte: convocati dalla commissine disciplinare sono stati temporaneamente sospesi per 1 o 3 semestri.
  • Arrestato il Dott. Mohammed Maleki
Alle 8.30 del 22 Agosto, 5 agenti dell’intelligence hanno fatto irruzione nella casa del dott. Mohammed Maleki e lo hanno arrestato dopo aver perquisito l’abitazione, confiscando 80 libri, documenti personali, il computer, il suo diario con altri effetti personali, come riferisce Goya News. Lo hanno caricato in un auto grigia targata 26422M14. Il dott. Maleki inoltre è stato sottoposto a trattamenti medici per problemi alla prostata che lo hanno indebolito particolarmente. Situazione di cui l’intelligence era senz’altro a conoscenza: il suo arresto è stato preceduto da settimane di pedinamenti e controlli.
  • Affermazioni di due Giornali Arabi: il Gabinetto di Ahmadineja è diventato una base Militare
Dopo gli annunci per le candidature ai ministeri del nuovo organico iraniano, “Alshargh o Alvsat” e “Darolhaiat”, due quotidiani arabi di Londra hanno rispettivamente commentato: “Alshargh o Alvsat” scrive che la candidatura di 3 ministri scelti dall’esercito islamico conferisce senza dubbio un carattere militare al nuovo organico. Inoltre “Darolhaiat” aggiunge che in ogni caso ben più di 7 ministri hanno avuto un passato nell’ arma militare della repubblica islamica.
  • L’ Imam di Mashdad alla preghiera del venerdì: la candidatura di donne ai ministeri non va sostenuta. Sarebbe solo motivo di gioia per le femministe atee
“La presenza di 3 donne ministro nel nuovo entourage di governo sarebbe motivo di gioia per le femministe atee dentro e fuori l’Iran come per i governi occidentali. Non è discriminazione sessuale, ma riteniamo che l’islam abbia responsabilmente distribuito ruoli e funzioni agli uomini ed alle donne. Il profeta – continua – non avrebbe mai consentito a sua figlia Zahra di gestire o governare la città”
  • 13 Morti e diversi feriti è il bilancio degli scontri tra Curdi e Truppe Militari del regime a Saqhez
Ci sono stati morti e diversi feriti negli scontri di oggi tra Curdi Pishmarg del Partito Democratico del Kurdistan e le forze militari iraniane a Saghez. Ci sono state perdite anche tra le forze militari sabato 22 Agosto: il bilancio definitivo dei morti è di 4 Curdi e 7 soldati dell’esercito. Nessuna conferma ufficiale, da entrambe le parti, è stata finora riportata.

Prostituirsi per Miseria in Iran…



di Revolutionary Road

“Benvenuto, entra pure. Vieni a vedere che vita agiata conduciamo grazie al lavoro sporco delle cattive ragazze”!

Entra, questa è la cucina

Reporter.: Vivi qui da sola?

Ragazza: No vivo con mia madre e mia sorella

Reporter : Tua sorella fa la stessa cosa?

Ragazza.: Si

Reporter: Allora perché vai nei quartieri alti della città?

Ragazza: Perché lì nessuno può riconoscerci. Se rimaniamo nei dintorni, in questa zona, chiunque ci riconoscerebbe. Paghiamo circa 90 dollari di affitto, due delle mie sorelle lavorano. Nostra madre è malata, ha bisogno di cure mediche, di un intervento chirurgico... In nessun altro modo potremo coprire le spese di casa, pagare le bollette e tutto il resto. Non c’è alternativa. Possiamo sopravvivere solo in questo modo! La mia vita è molto diversa da quella delle mie coetanee. Loro hanno una macchina, un cellulare..Ho provato invidia per loro. Volevo avere anche io quello che hanno loro. Non sono forse un essere umano? Vorrei andare all’ università, frequentare una palestra ma non ho soldi a sufficienza. Non farò nulla di tutto questo. Non perdonerò mai i responsabili di questa miseria ( il riferimento è al governo).

Il prezzo del latte è arrivato a 4 dollari al litro, lo yogurt a 3 dollari e mezzo. Dove trovo i soldi per questo? Pensare che c’è una parte di mondo che non deve affatto preoccuparsi di come riuscire a comprare latte o yogurt, che mangia carne due volte a settimane, che certo non rischia di svenire in casa perché è debole, perché desidererebbe mangiare qualcosa di più nutriente almeno una volta a settimana.

Ci sono stati lunghi periodi in cui tutto quello che avevamo da mangiare era pane e formaggio. In altri periodi ancora meno. Niente olio. Niente pane. Non mangiavamo ma nessuno doveva saperlo.

Madre: Non sono più in grado di lavorare. Provo vergogna per me stessa davanti ai miei figli, non ho più dignità. Non posso aiutarli in alcun modo. Ho pensato di farla finita, di andar via da questo mondo insieme a loro. Ho comprato del veleno una volta, l’ho messo nel cibo. Almeno saremo morti con dignità, almeno questo. I miei due figli maschi sono in prigione. Mi vergogno troppo per far loro visita.

Lunedì sono andata alla prigione di Evin, uno di loro è lì, era il giorno di visita. Dio mi è testimone , non ce l’ho fatta, non sono andata a fargli visita.

Reporter: Perché?

Madre: Mi vergogno. Andare lì a mani vuote, appena 5 dollari. Mi vergogno troppo. È dura in prigione, hanno bisogno di un po’ di soldi ed io mi vergogno troppo!

Ragazza: Se ascoltassi le storie ed i racconti di tante ragazze come noi, ti direbbero le stesse cose. Se fanno quello che fanno, se vanno in certi posti è perché hanno i nostri stessi problemi o forse qualcosa di peggio. Non giudicarci. Va e trova i responsabili di tutto questo…

Sunday, August 23, 2009

Un figlio di un politico giustiziato dalla Repubblica islamica!



  • Ciao il mio nome e' Iman Shirali, Ho 27 anni. Sono nato nel 1982. Sono figlio di una persona giustiziata, un prigioniero politico che è stato giustiziato in pubblico nel 1361 (1982) in Amol (una città nel nord l'Iran), insieme ad altre 22 persone. Il loro unico crimine era che erano contro il regime iraniano. Quando si parla degli anni 60 (gli anni 80 caledario europeo), molti ricordano il massacro di Khomeini e di quelli contro il regime verificato al'epoca. Ci potrebbe essere un piccolo numero di persone che vuole ritornare a quei tempi, potrebbero pensare che sarebbe bello.
Non sono mai uscito e gridare "ridatemi il mio voto". Sai perché? Perché ho sempre pensato che se dovessi gridare, urlerei ridatemi mio padre, la mia infanzia, la mia gioventù. Il giorno che ho detto le mie prime parole, mio padre non c'era. Quando sono andato a scuola, quando mi sono diplomato, quando mi sono innamorato per la prima volta, mio padre non c'era. Non sono riuscito a parlare con lui, giocare a calcio con lui ... Credo che queste siano le cose che la mia generazione desidera riavere. Non ho votato, e io non voto. Non voglio avere nella mia carta identita', accanto a mio nome, Iman Shirani figlio di Iraj; il timbro del regime. Ne tanto meno voglio avere a fianco del nome di mio padre, il timbro del regime che in una fredda giornata invernale di Bahman nel 1361 (gennaio del 1982), lo ha giustiziato. Il nome di mio padre e gli altri come lui non possono essere affiancate al timbro e al nome di questo regime. Avevo solo pochi mesi quando la maggior parte della mia famiglia, dopo essere stata attaccata nella loro casa, e' stata presa e incarcerata nella prigione di Evin perche' erano contro il regime.

La maggior parte dei miei familiari, come mio papà, mamma, zia, i miei nonni materni e molti altri sono stati arrestati e portati in prigione perché non desideravano il regime iraniano.

Mi auguro che la scienza della psicologia di infanzia si avanzi al punto che si possa fare ricerca e analizzare i sentimenti e il pensiero di un bambino di pochi mesi, dopo che la sua casa è stata attaccata e le barbarie che i membri della sua famiglia hanno subito.

In ogni caso, mia sorella ed io, dopo che i nostri genitori sono stati arrestati; abbiamo incominciato a vivere con i nostri nonni. Al momento, le donne nella stessa cella di mia madre, che non avevano nessuno per prendere cura dei loro figli, hanno portato i bambini nel carcere con loro. Molti hanno anche dato luce a loro figli in carcere. Pensateci, in Iran esiste una generazione, che quando gli si chiede il loro luogo e l'anno di nascita, risponde 1360, 1361 (1981 o 1982) - nel carcere di Evin.

Più tardi mio nonno mi ha parlato di lui e le torture che mio padre ha subito quanto era in carcere. Venivano fustigati uno davanti all'altro e venivano chiesti di confessare. Mi ha raccontato come quando venivano colpiti, ridevano di loro e gli offendevano. E, infine, mio padre e gli altri sono stati giustiziati senza consentire a loro di difendersi, senza un avvocato e un processo. Giustiziati in giro di pochi minuti. Gilani è stato il giudice e Assadollah Lajevardi era il procuratore di un ingiusto processo dove mio padre insieme ad altri 22 erano accusati di aver commesso il crimine di "Moharebe" (lotta contro il dio) e essere stati Mofsede fel Arz (corrotti sulla terra). Più tardi ho saputo che se un qualcuno degli imputati aprivano bocca per parlare, sarebbero azzittiti dagli Hizbollahi presenti al processo con il canto di Allaho-Akbar (Dio è grande), Khomeini Rahbar (Khomeni è il nostro leader), morte a traditore, morte a Moharebe. Il verdetto per mio padre è stato annunciato in presenza della sua famiglia. Il 5 di Bahman 1361 (gennaio del 1982) insieme a 22 dei suoi amici che erano tutti contro il regime, sono stati giustiziati in pubblico. Io avevo solo 9 mesi di età al momento. I loro corpi furono sepolti nello stesso luogo, che è simile alla terra di Khavaran a Teheran, un luogo come una giungla / foresta. Al momento, le famiglie di persone giustiziate non erano consentite di fare una cerimonia. Mia nonna mi ha raccontato storie su come all'inizio, quando andava a visitare la tomba di mio padre; gli Hizbollahi e gli agenti in borghese la attaccavano la frustavano con il ramo d'albero della stessa foresta dove mio padre è stato sepolto.

Nonostante tutto questo, mia nonna ci andava e ci e' andata sempre una o piu' volte al mese. Viaggiava da Tehran a Amol e ci portava con lei. E, infine, quando e' morta nel 1380 e per la sua richiesta fu sepolta nello stesso cimitero del mio padre.

Negli ultimi 27 anni, per me la parola padre e' equivalente ad "esecuzione". Sono stati 27 anni da quando la mia famiglia ed io abbiamo perso qualcuno, morto non in un incidente d'auto o dal cancro. Abbiamo perso mio padre con il proiettile di questo regime in pochi secondi e solo perché era contrario al regime. In lingua Farsi il termine "morto di padre" è considerato come un insulto. Negli ultimi 27 anni ho vissuto con questa parola. Negli ultimi 27 anni ho vissuto con il dolore di mia madre nei suoi occhi, il dolore del suo marito morto.

Ora so cosa dire, in risposta ad un quesito che mi e' stato posto da piccolo. "Iman cosa vuoi diventare quando sarai grande?" Rispondo: in primo luogo, un attivista contro la morte, contro la tortura, un liberale, un attivista contro lo stupro. Qualcuno che, come tutti gli altri bambini dei prigionieri politici giustiziati, vuole vedere processati, i colpevoli ed i responsabili di tutte queste esecuzioni e torture. Il movimento che oggi e' iniziato in Iran, è il movimento della mia generazione e le generazioni dopo di me, che odia la durezza del regime nel corso degli ultimi 30 anni. Una generazione che sta portando un grande dolore sulle spalle, che esce per la strada il suo grido di dolore. Prometto, fino a quando non si scarica questo dolore, niente la puo' fermare, ne la tortura, ne lo stupro, ne la soppressione, ne i gas lacrimogeni o lo spray a pepe. A dire la verità, io oggi sono per avere un processo giusto per i responsabili. Per me anche il Sig. Khamenei deve avere un avvocato e deve essere messo in grado di difendersi. Tuttavia, vogliamo mettere lui e tutte altre autorita' al processo per tutti i crimini che hanno commesso nel corso degli ultimi 30 anni. Oggi il movimento è un movimento contro la morte, la tortura, la lapidazione, contro ottenere confessioni e Tavabs (spiare i prigionieri politici), contro la carcerazione dei prigionieri politici.

Quando hanno giustiziato mio padre; non c'era Facebook, Twitter, YouTube o i canali satellitari. Non molte persone hanno potuto sentire la voce della generazione di mio padre. Ho fatto questa piccola cosa, per chiedere alla mia generazione e quella dopo di me, che sanno tante cose, di avere più coraggio e di parlare delle esecuzioni, degli stupri e delle torture. Mi riferisco in particolare a quelli nella stessa situazione mia. Non lasciate che i nostri cari che hanno sacrificato le loro vite, rimangono senza identità. Il tempo di strangolamento, quando eravamo costretti a nascondere la ragione di morte dei nostri genitori prima di iscriversi a scuola, è passato. Siamo gli stessi ragazzi che hanno cercato, giorno e notte, di trasformare in piccoli Imam Zaman (l'ultimo dei 12 imam dei shiiti che secondo la filosofia shiita, si e' assentato 1400 anni fa e deve riaparire per salvare l'umanita). Siamo gli stessi ragazzi hanno cercato di tenere in silenzio con la soppressione, che hanno impedito di avere un lavoro e che ci hanno portato verso la droga. Ma oggi ci siamo trasformati in leaders di un grande movimento di lotta contro la tortura e di esecuzione, e continueremo il nostro movimento fino alla vittoria. Faccio a tutti i miei migliori auguri.

Saturday, August 22, 2009

Iran – Blogging in Diretta: Aggiornamenti 21 Agosto!



Gli autori di Persepolis 2.0 sono stati ispirati dall’ opera di Marjane Satrapi. Ciò non implica, tuttavia, che le opinioni espresse riflettano proprio le sue.

Dalla rivoluzione nel 1979, gli iraniani hanno dovuto far fronte ad un regime sempre più repressivo. Il tentativo di conquistare una maggiore libertà politica e sociale è sfociato portato in una brutale repressione da parte della linea dura del governo L'apatia e il conseguente significativo boicottaggio delle elezioni presidenziali del 2005 hanno portato alla elezione dell’ ultraconservativo Mahmoud Ahmadinejad.




  • Cerimonia del 40esimo giorno in memoria di Sohrab A’rabi (19 Agosto)
  • Dozzine di persone uccise e non identificate seppellite segretamente nel cimitero di Beheshte Zahara
I corpi di dozzine di persone che hanno perso la vita nei recenti scontri post elettorali, sono stati seppelliti segretamente il 12 ed il 13 Luglio nel settore 320 del cimitero di Beheshte Zahara senza alcuna identificazione. A riferirlo è un membro del personale del cimitero . Il seppellimento clandestino è avvenuto con severe misure di sicurezza. Il numero dei corpi non identificati e sepolti è di 44. Cresce l’angoscia di tantissime famiglie che non hanno più notizie dei propri figli mentre nessuno sembra rispondere della loro scomparsa.
  • Negata dal Ministero dell’ Informazione la richiesta di cure mediche per i Prigionieri Politici
Il peggioramento delle condizioni fisiche di Alì Moezi, prigioniero politico di 57 anni, ha spinto il responsabile del centro medico della prigione a chiederne l’immediato trasferimento in ospedale. Inoltre gli attivisti per i diritti umani hanno pubblicato un dossier dettagliato sulla reale e preoccupante condizione fisica di Moezi, gravemente peggiorata negli ultimi 20 giorni di detenzione a seguito delle torture subite. Gli attivisti hanno dunque chiesto il suo trasferimento in ospedale ( insieme ad altri prigionieri politici che condividono la stessa cella) per ricevere cure mediche appropriate. Richiesta prontamente negata dal Ministero dell’ Informazione.
  • Il comandante delle Guardie Rivoluzionarie: i dubbi sulla legalità delle ultime elezioni create a tavolino dalle “agenzie di spionaggio straniere”
Il comandante Mohammad Ali Jafari, nel corso di un incontro con i Basij e con il corpo delle Guardie Rivoluzionarie che ha avuto luogo nella provincia di Mazandaran ha dichiarato che la storia dei brogli elettorali è stata una montatura abilmente congegnata e messa in piedi dallo spionaggio “straniero”con chiari intenti sovversivi, per la quale sono responsabili alcuni paesi occidentali.
  • Ahmad Zeiabadi: 35 giorni in isolamento, 17 giorni di sciopero della fame
Lunedì, la moglie di Zeiabadi ha potuto fargli visita nella prigione di Evin per 20 minuti appena e dopo 64 giorni. Ha riferito che le sue condizioni non erano allarmanti ma non va dimenticato che ha trascorso 35 giorni in totale isolamento senza vedere o sentire nessuno. Per 17 giorni ha continuato il suo sciopero della fame per protestare contro il suo arresto illegale. Ha ripreso a mangiare solo quando ha saputo da un medico del centro infermieristico di Evin che nessuno sapeva del suo sciopero.
  • Ahamadinejad ha presentato in Parlamento la lista dei ministri designati
Radio Farda: Mahmoud Ahmadinejad Mercoledì notte ha consegnato l'elenco dei 21 ministri proposti per il decimo organico e tra di loro solo 7 appartengono al precedente ministero.
  • Smentita la notizia del rilascio di Reza Jalai Pour
La notizia del rilascio sotto cauzione (circa 200,000 dollari) di Reza Jalai Pour diffusasi sin da ieri pomeriggio è stata smentita. Secondo quanto riferisce la fonte Third Wave, familiari ed amici avrebbero atteso dinnanzi alla prigione di Evin circa 9 ore (dal pomeriggio di ieri fino alle due del mattino successivo) il rilascio di Jalai Pour che non è di fatto ancora avvenuto. La famiglia ritiene che potrebbe essere rilasciato entro i prossimi due giorni.
  • Aumentano le pressioni fisiche e psicologiche su Keyvan Samimi
La commissionedei giornalisti per i diritti umani esprime forte concertazione per le condizioni fisiche e psicologiche di Keyvan Samini: il suo rifiuto a collaborare durante gli interrogatori, il suo atteggiamento di dissenso nei confronti del suo arresto assolutamente illegale, hanno scatenato una violenta reazione nei suoi confronti. E’ stato messo sotto pressione per ottenere confessioni, picchiato duramente, confinato in isolamento diverse volte. Samini è stato arrestato nella sua casa il 14 Giugno, la sua casa perquisita, i suoi effetti personali confiscati. Trasferito nella prigione di Evin ha trascorso 2 mesi nella sezione 209 durante i quali è gli è stato consentito di avere contatti con la sua famiglia soltanto due volte.
  • Ogni giorno numerose le famiglie dei detenuti radunati dinnanzi alla prigione di Evin ed al tribunale rivoluzionario della Repubblica Islamica
La commissione per la libertà dei prigionieri politici riferisce che dopo i numerosi e terribili casi di stupri e torture nelle carceri, le famiglie dei detenuti sono estremamente preoccupati: più di 100 persone tra parenti ed amici si sono radunati davanti alla prigione di Evin ogni giorno da lunedì a mercoled’ chiedendo esclusivamente il rilascio di tutti i prigionieri politici. Richieste che cadono sistematicamente nel vuoto e vengono ignorate, mentre gli agenti della prigione temporeggiano nel rilasciare notizie sui detenuti. La commissione ha incoraggiato i familiari e la gente a recarsi tutti i giorni dinnanzi alla prigione urlando lo slogan” libertà per i prigionieri politici”
  • Studenti dell’ università di Mazandaran convocati dalla Commissione disciplinare
Durante gli ultimi due giorni la Commissione Disciplinare dell’ Università di Mazandaran ha convocato circa 50 studenti, la maggior parte dei quali sono attivisti politici e sociali precedentemente arrestati durante le manifestazioni di proteste nella stessa università. Ecco alcuni dei loro nomi:

1.Milad Moeeni 2.Maziar Yazdani Panah 3.Shovaneh Merikhi 4.Rahman Yaghoubi 5.Ali Nazari 6.Milad Hosseini Keshtan 7.Alireza Kiani 8.Ali Adineh Vand 9. Ali Donyari 10.Seyed Yousef Jafari
11.Ali Abasi 12.Mehdi Davoudian 13.Mehdi Takdam 14.Sogand Alikhah 15.Ehsen Ehsani 16.Mohammad Fekri 17.Marjan Fayazi 18.Sadeq Hakimzadeh 19.Yasaman Tohidian
20.Siavash Safavi 21.Arnoush Azrahimi.
  • Teheran nega il permesso di visita per i 3 Americani detenuti
Il portavoce del Ministro degli Affari Esteri americano ha annunciato che il governo iraniano non autorizzerà alcun contatto con i 3 cittadini americani arrestati a Luglio per ingresso non autorizzato in Iran attraverso il Kurdistan, sebbene i 3 americani abbiano dichiarato di aver superato il confine del tutto accidentalmente. Secondo gli accordi della convenzione di Vienna del 1963, l’ Iran dovrebbe consentire ai rappresentanti dell’ ambasciata svizzera a Teheran di incontrare i 3 cittadini americani.

  • Esecuzione di 4 persone a Teheran e a Isfahan
I nomi delle 4 persone giustiziate sono le seguenti:

-Mehdi ed Moharram Alì a Teheran

-Meysam e Mansour ad Isfahan

Per tre di loro il reato era di omicidio mentre Mansour era accusato di detenzione e vendita di 294 grammi di eroina, e di dipendenza da droghe. Un totale di 225 esecuzioni sono state realizzate quest’anno in Iran. Dopo la Cina l’ Iran è il paese che totalizza il più alto numero di esecuzioni capitali.
  • La città di Apadrana canta “morte al dittatore” mentre Ahmadinejad presenta i suoi nuovi ministri
Mentre il rieletto presidente rilasciava una intervista in diretta alla TV di stato iraniana riguardo i nuovi ministri designati, la gente della città di Apadana è scesa in strada ancora una volta cantando “Morte al Dittatore”, “morte ad Ahmadi”, “ il nostro dolore è il tuo dolore, unitevi a noi gente”.
  • Al discorso di Ahmadinejad replica la gente in strada cantando “morte al dittatore”
Le associazioni di attivisti per la Democrazia ed i Diritti Umani in Iran riportano che il discorso udi Ajmadinekjad è stato accompagnato nelle strade di Teheran da slogan di protesta, dal ben noto grido di “morte al dittaore”, dai lampeggianti delle auto. Molte aeree della città sono state coinvolte, così come diverse altre città quali Shiraz, Isfahan, Kermanshah.
  • Ahamadi Vahidi designato per il Ministero della Difesa è ricercato dall’ Interpol
Il nome di Ahamadi Vahidi, indicato da Ahmadinejad per il ministero della Difesa del nuovo Gabinetto. è nell’elenco della Polizia Internazionale (Interpol: ricercato e processato per crimini contro l’umanità

Vahidi, comandante della sezione internazionale della Sepah, è accusato di coinvolgimento nell’ attentato al Centro Ebraico in che provocò 85 vittime e più di 200 feriti. Vahidi, insieme ad altri 4 alti ufficiali della Repubblica Islamica, è ricercato dall’ Interpol dal Novembre 2007, data in cui fu emessa la sentenza.
  • Smentita la notizia del rilascio di Kian Tajbakhsh diffusa dalla Press Tv
Il 15 Agosto scorso la Tv di stato iraniana aveva diffuso la notizia del rilascio su cauzione di Kian Tajbakhsh con il divieto di lasciare il paese. La notizia è assolutamente falsa ed infondata: Kian è ancora in prigione e senza un avvocato. La sua famiglia ed i suoi amici ignorano quali siano le accuse a suo carico o per quanto tempo ancora sarà tenuto in detenzione.
  • Rilasciato Jila Baniyaghoub, nessuna notizia di Bahman Ahmadi Amoueai
Jila Baniyaghoub è stato rilasciato su cauzione ed è in uno stato di semi-libertà fino alla prossima sessione dl processo che lo vede tra gli imputati. Non ci sono notizie di Bahman Ahmadi Amoueai ad eccezione del fatto che è ancora detenuto nella sezione 209 della prigione di Evin
  • Nomi e notizie sulle persone uccise durante le manifestazioni di protesta
1.Neda Aqasoltan (Feb 1983-Giugno 2009)

Il 20 Giugno durante la protesta viene uccisa da un colpo di arma da fuoco nella zona di Amiradab. Neda è oggi un simbolo in tutto il mondo, la voce della liberà e della democrazia.

2.Sohrab A'arabi

Il 20 Giugno viene arrestato durante la protesta. Ha 19 anni. Sua madre non ha più notizie di lui e si reca ogni giorno ad Evin con la foto del figlio a chiedere se qualcuno l'ha visto. Paga un riscatto, “aspetta”, le dicono, “sarà rilasciato”.Con l'altro suo figlio viene convocata, infine, in una stazione di polizia e le viene detto che Sohrab è morto. La sua foto viene identificata tra le persone uccise.

3.Ashka Sohrabi(1989-2009)

Sua sorella racconta che il 20 Giugno si era sparsa la voce della protesta, Ashka vuole andare, unirsi agli altri. La madre e lei cercano di fermarlo,è giovane, hanno paura. Impossibile trattenerlo,si vuole unire agli altri."Tornerò",dice. Raggiunto da 3 proiettili in petto, non è più tornato.

4.Taraneh Mousavi(1981-2009)

Era una ragazza. Arrestata durante un raduno dinnanzi alla moschea di Qoba dalla forze in borghese e dai Basij. Dopo settimane di silenzio e di assenza di alcuna notizia, finalmente viene ritrovata. Del suo corpo bruciato, nell’area di Qazvin, non è rimasto nulla. Le forze di polizia hanno intimato il silenzio alla sua famiglia con minacce ed intimidazioni .Di lei si sa poco, perchè presa dai Basij,viene allontanata dagli altri prigionieri, stuprata in branco brutalmente e ripetute volte fino a perdere coscienza. Le testimonianze sono di un'infermiera e di chi ha potuto visitarla fra i medici: è stata portata in ospedale dai suoi carcerieri per le lacerazioni profonde all'utero e all'ano. Allora riferirono che erano state causate da un incidente d'auto. Impossibile da credersi. Taraneh era stata ripetutamente violentata a turno con ferocia. I basij la portano via dall'ospedale ancora incosciente; temono ripercussioni gravi e minacciano il personale ospedaliero di rimenere in silenzio, di no rivelare la vera causa dela sue ferite. Per non lasciare traccia di ciò che hanno fatto al suo corpo, la bruciano nella zona desertica del Qazvin. Taraneh è stata bruciata dopo essere stata ancora una volta violentata, ancora in stato di incoscienza.

5.Kianoush Asa

Nato nel 1984 a Kermanshah, studiava Matematica e Chimica all' Università. Sparisce il 15 di Giugno a Teheran. Il 24 viene identificato dalla sua famiglia. Kianoush è stato ucciso da un colpo d’arma da fuoco sparato dai agenti in borghese. Il suo corpo è stato sepolto nella sua città natale. L'università l'ha commemorato il 28 dello stesso mese nonostante le intimidazioni e le minacce degli agenti dell’ università e del Ministero dell’ informazione.

6.Yaghoub Barvayeh(1982-2009)

Studente di un master in teatro presso l’università di Arte e di Architettura di Teheran.Gli sparano alla testa il 25 di Giugno: Basij appostati sui tetti della moschea di Lolagar. Ferito viene trasferito immediatamente all’ ospedale di Loqman, ma è ormai è tardi nonostante i tentavi disperati dei medici per salvargli la vita. Secondogenito, nato nel 1982 ad Ahvaz, aveva solo 27 anni. Era già tenuto d'occhio dagli agenti mentre si tentava di salvargli la vita in ospedale. Non è sopravvissuto, ha aperto gli occhi per qualche istante prima di morire e ha detto a sua madre: “sono stato ucciso per la libertà”… ha chiuso gli occhi…per sempre. Il suo corpo viene portato via e nascosto. Per 48 ore la famiglia non ha notizie. Poi lo seppelliscono. Informano i familiari, ma ingiungono loro di non parlare a nessuno di questa morte nè di celebrare alcuna funzione.

7.Mohammad Kamrani

Aveva 18 anni. Arrestato il 9 Luglio nei pressi di Vali Asr Sq. e trasferito nella prigione di Kahrizak. La sua famiglia ha raccontato che il suo corpo in fin di vita aveva segni di torture e di percosse. E’ stato tenuto legato al letto dell’ ospedale per evitare che fuggisse. Gli sforzi della famiglia perché venisse trasferito nell’ospedale di Mehr vengono ripagati, ma ormai le condizioni di Mohammed sono gravi, le infezioni si sono estese e non c’è più speranza di salvargli la vita. Muore in meno di 3 ore. E’ il16 Luglio.

8.Mehdi Karami

Ucciso da un colpo d’arma da fuoco la sera del 15 Giugno a Teheran. Aveva 25 anni

9.Mostafa Ghanyan

Studente di ingegneria all’ università di Sharif. Ucciso negli attacchi al dormitorio dell’ università di Teheran il 15 Giugno.

10.Mohsen Rouholamini Najafabadi

Ucciso nella prigione di Evin. Studente di scienze informatiche all’ università di Teheran. Arrestato il 9 Luglio e trasferito ad Evin il 23 Luglio. Il suo corpo è stato nascosto alla sua famiglia: era il figlio di Abdolhossein Rouholamini, membro onorario della società della rivoluzione islamica e consulente di Mohsen Rezai

11.Bahman Jenabi

Aveva 20 anni. Lavorava in un centro per riparazioni. E’ stato sparato da agenti in borghese durante una manifestazione

12.Meysam Ebadi

17 anni, ucciso a TajrishSq aTeheran il 13 Giugno

13.Masoud Hashemzadeh

Raggiunto da un colpo d’arma da fuoco il 20 Giugno sparato dagli agenti di sicurezza. Aveva 27 anni, diplomato in scienza empiriche ed appassionato di musica e pittura. Suonava il Santour da 9 anni..racconta suo fratello.

14.Amir Javadifar

Nato nel 1984. Studente in management all’ università di Azd. Il 9 Luglio viene aggredito e picchiato da agenti in borghese. Lo portano, ferito, in ospedale per poi ritrasferirlo dopo un’ ora in una località sconosciuta mentre la sua famiglia era in ansia per le sue condizioni. La mattina del 25 Luglio la sua famiglia viene informata di recarsi a Kahrikaz: devono identificare il suo corpo.

15.Naser Amirnejad(1983 - 15 Giugno 2009 ,Tehran)

Studente di scienze aereospaziali a Teheran. Ucciso dai Basij con un colpo d’arma da fuoco il 15 Giugno durante una manifestazione ad Azadi Sq.

16.Hossein Tahmasbi

Aveva 25 anni. Ucciso per i forti colpi di bastone durante una violenta aggressione della forze di polizia nella città di Kermanshah il 15 Giugno. Era in strada quel giorno per protestare contro la violenza e la repressione del regime. Centinaia di persone hanno assistito alla sua morte – racconta uno dei suoi amici.

17.Davoud Naeem Abadi

Raggiunto dai colpi del battaglione 117 di Ashoora il 21 Giugno. Il suo corpo tenuto nascosto alla famiglia.

18.Davoud Sadri

27 anni. Gli hanno sparato il 15 Giugno quando milioni di persone erano scesi in strada a manifestare. Trasferito in ospedale, il 21 Giugno viene trovato morto dalla sua famiglia recatasi lì per riportarlo a casa. Sembra che la sua famiglia abbia dovuto pagare un lauto “riscatto” per riavere il suo corpo, oltre ad essere stata intimidita dai basji nel raccontare la verità sugli eventi.

19.Saeed Abasi Fargolchi

Aveva 24 anni, lavorava in un negozio di scarpe a Teheran. Gli hanno sparato in via Roudaki in quel terribile sabato di sangue. Era il 20 Giugno.

20.Behzad Mohajer

Aveva 47 anni. Arrestato il 25 Giugno. Per 46 giorni non è giunta alcuna notizia alla sua famiglia quando il suo corpo è stato mostrato a sua sorella per essere identificato nell’ obitorio di Kahrizak. Sembra sia stato raggiunto da un proiettile al petto

21.Sajjad Qaed Rahmati

Ucciso durante le proteste di massa ad Azadi Sq., era originario della città di Doroud. Era venuto a Teheran per trovare milgiori condizioni di vita, per trovare un lavoro.

22.Ramin Ghahramani

Nato nel 1979. Identificato dagli agenti di polizia da una telecamera di sicurezza nei pressi di una banca, è stato costretto a costituirsi. Dopo 15 goirni di detenzione è stato rilasciato. Dopo due giorni dal rilascio è morto per le ferite infertegli in prigione, per le torture subite di cui il suo corpo recava i segni. Sua madre racconta delle terribili violenze a cui Ramin è stato sottoposto: tenuto sospeso a testa in giù. Legato per i piedi. Hanno minacciato ed intimidito la sua famiglia, costringendola al silenzio. Hanno concesso che lo seppellissero sotto severi controlli. Nessun pianto, nessun gemito sulla sua tomba è stato consentito durante i funerali: 5 dei suoi familiari sono crollati, ricoverati in ospedale.

23.Kambiz Sho'aeei

Morto durante l’attacco nel dormitorio universitario di Teheran il 14 Giugno. E’ stato picchiato a morte.

24.Hossein Akbari

Era tra le persone arrestate immediatamente dopo le proteste elettorali. La sua famiglia non ha avuto notizie fino al 21 Luglio. Il 22 dello stesso mese una telefonata ha informato la sua famiglia della sua morte. Potevano prendere il suo corpo in ospedale. Hossein è morto per una grave contusione celebrale. Sul suo corpo erano presenti segni di percosse. Rimane sconosciuta la data esatta della sua morte.

25.Alireza Eftekhari

24 anni. Scomparso per 25 giorni. Il suo corpo è stato restituito alla famiglia il 13 Luglio

26.Hossein Akhtar Zand

Hossein è tra le vittime dei recenti scontri ad Isfahan. Viveva da solo, provvedeva lui a sua madre, alle sue sorelle e fratelli.

27.Hamid Madah Shorche

Studente, arrestato dopo il sit in di protesta a nei pressi della moschea di Goharshad. Torturato in prigione, è morto nello stesso giorno in cui è stato rilasciato per una emorragia celebrale causata dalle aggressioni subite.

28.Mostafa Kiarostami

Aveva 22 anni. Aveva partecipato al venerdì di preghiera del 17 Luglio. E’ morto per un colpo violento ricevuto alla testa durante un aggressione da parte dei Basji e degli agenti in borghese davanti all’università di Teheran. Ferito per i colpi ricevuti è riuscito a chiamare sua madre per chiedere aiuto. Viene portato in ospedale ma è tardi. Muore per un’emorragia celebrale.

29.Amirhossein Toufanpour

Arrestato il 20 Giugno in strada. Picchiato selvaggiamente dalle forze di sicurezza al punto da fratturargli una mano che penzolava letteralmente dal braccio come raccontano i testimoni. Gli hanno sparato un colpo alla testa finendolo. Alla sua famiglia è stato chiesto un riscatto in denaro per la restituzione del suo corpo. Richiesta negata. Amirhossein ora è sepolto nel settore 233 del cimitero di Bheshte Zara

30.Alireza 12 anni morto colpito con il bastone

Alireza si era recato con suo padre a Beheshte Zahra per partecipare alla cerimonia del quarantesimo giorno dei martiri della repressione. Mentre erano per ritornare per un attimo si è allontanato dal padre e proprio in questo momento viene ucciso dal colpo del bastone in testa ed è morto dall'emorragia cerebrale a soli 12.

31.Parisa Kolli

25 anni, laureata in letteratura, è stata colpita sul collo Domenica 21 giugno in Keshvarz Blvd. SepoltA Martedì 23 giugno nella sezione 259.

32.Mohammad Hadadi

24 anni, programmatore informatico, è stato colpito in viso sabato 20 giugno in via Nosrat . E’ sepolto nella sezione 262

33.Mohammad Nikzadi

22 anni, laureato è stato colpito nel petto Martedì 16 giugno in Vanak sq. E’ sepolto Sabato 20 giugno nella sezione 257.

34.Mohammad Hossein Barzegar

25 anni, è stato ucciso in testa il 17 luglio in Hafte Tir sq. Sepolto Domenica 21 giugno nella 302.

35.Iman Hashemi

27 anni è stato colpito a occhio Sabato 20 giugno a Azadi sq. E’ stato sepolto Mercoledì nella sezione 259, 24 giugno.

36.Ali Shahedi
24 anni, dopo l'arresto è stato trasferito alla stazione di polizia nel Tehranpars Domenica 21 giugno è morto per motivi sconosciuti. Il medico legale ha dichiarato che la causa del decesso era sconosciuto ma la sua famiglia crede che sia morto per i colpi di bastone. E’ sepolto nella sezione 257 il 25 giugno.

37.Vahed Akbari

34 anni, sposato e padre di una bambina di 3 anni. E’ stato colpito nello stomaco Sabato 20 giugno in Via Anak e sepolto Martedì 23 giugno nella sezione 261.

38.Seyed Reza Tabatabaee

30 anni, scapolo di contabilità, è stato ucciso in testa il 20 giugno in via Azarbayjan annd sepolto su Mercoledì 24 giugno in parte 259.

39.Abolfazl Abdollahi

21 anni, è stato colpito sulla parte posteriore della testa di fronte all’università di Sanati Sharif e sepolto il 23 giugno nella sezione 248.

40.Nader Naseri

Morto il 20 giugno in Via Khosh, luogo di sepolturacittà di Babol .

41.Salar Tahmasbi

27 anni, è stato colpito in fronte sabato 20 giugno in Via Jomhouri, sepolto Lunedi 23 giugno nella sezione 254.

42.Kaveh Alipour

19 anni, è stato ucciso il 20 giugno a Teheran. Secondo l’articolo di Wall Street Journal: governo iraniano per la consegna il suo corpo alla sua famiglia ha chiesto di USD 3000 come costo del proiettile.

43.Vahid Reza Tabatabaee

29 anni, è stato ucciso con colpo in testa il 24 giugno a Baharestan mq, sepolto il 27 giugno nella sezionete 308

44.Fahimeh Salahshour

25 anni, morta in Via Vali Asr per un colpo del bastone ed emorragia interna dopo il trasferimento in ospedale il 15 giugno. Sepolta il 17 giugno in sezione 266.

45.Shalir Khezri

Studente di origine della città di Piranshahr, è morto durante l’attacco delle forze di regime al dormitorio dell’università di Teheran il 16 giugno. E’ stato sepolto in Piranshahr dalla sua famiglia.

46.Fatemeh Barati

Durante l'attacco di Ansar Hezbollah al dormitorio universitario di Teheran il 14 giugno è stato picchiato e morì. Fu sepolto in segreto, senza informare la sua famiglia.

47.Kasra Sharqi

Durante l'attacco di Ansar Hezbollah al dormitorio universitario di Teheran il 14 giugno è stato picchiato e morì. Fu sepolto in segreto, senza informare la sua famiglia.

48.Sarvar Boroumand

58 anni era con sua figlia durante le sparatorie in Via Mohammad Ali Henah, il 15 giugno. Suo marito Ebrahim Rajab dice: “mia moglie e mia figlia sono state colpite in schiena e alla gola. Quando abbiamo ricevuto i corpi entrambi erano coperti di sangue e i medici hanno dichiarato che erano morte sul colpo”

49.Fatemeh Rajabpour

38 anni che era con sua madre durante le sparatorie in Via Mohammad Ali Henah, il 15 giugno. Suo padre Ebrahim Rajab dice: “mia moglie e mia figlia sono state colpite in schiena e alla gola. Quando abbiamo ricevuto i corpi entrambi erano coperte dal sangue e i medici hanno dichiarato che erano morte sul colpo”.

50.Farzad Jashni

Un giovane ragazzo di Ilaam (figlio di Jaafar) che stava lavorando a Teheran, è stato ucciso dalle forze armate del regime. Il suo corpo fu sepolto il 19 giugno in Abdanan in condizioni di estrema sicurezza e senza informare nessuno.

51.Mohsen Imani

Durante l'attacco di Ansar Hezbollah al dormitorio universitario di Teheran il 14 giugno è stato picchiato e morì. Fu sepolto in segreto, senza informare la sua famiglia.

52.Mobina Ehterami

Studentessa di Behbahan, città universitaria a Teheran. Durante l'attacco di Ansar Hezbollah al dormitorio universitario di Teheran il 14 giugno, è stato picchiata ed è morta. Il suo funerale è stato il 20 giugno a Behbahan. Al suo funerale sua madre piangeva e chiedeva alle autorità di non lasciare che il sangue di sua figlia fosse calpestato.

53.Pouya Maqsoud Beigi

Student universitario della facoltà di Medicina. E’ stato arrestato il 20 giugno dalle forze di sicurezza in Kermanshah ed è stato sottoposto a torture severi in carcere. E’ morto dopo il suo rilascio. Sua madre (Behjat Zahra nozari), si è coperta dal fango davanti agli uffici dell’intelligence ed è stata arrestata alle 10 di sera del primo giorno della sua protesta e non ci sono informazioni disponibili circa la sua situazione.

54.Tina Soudi

Uno studente. Morto Sabato 20 giugno a Enqelab sq ma gli agenti del regime hanno detto alla sua famiglia che se volevano il corpo dovevano dire che era morto per cause naturali.

55.Saeed Esmaeeli Khanbebin

23 anni è morto a causa di colpi subiti alla testa duranti gi eventi di Teheran. E’ stato sepolto nella città di Khan bebin nella provincia di Golestan. Non ci sono maggiori dettagli circa la sua morte.

56.Masoud Khosravi

Morto il 15 giugno e sepolto a Beheshte Zahra

57.Salar Qorbani Param

22 anni, è morto nelle ultime manifestazioni. Il regime della Repubblica islamica ha annunciato che è morto durante un incidente d'auto. Suo padre ha un negozio nelle prossimità Refah Bank in Enqelab sq. La sua cerimonia si è svolta a Mirdamah.

58.Iman Namazi

Studente presso l'Università di Teheran, è morto il 25 giugno presso il dormitorio dell'Università di Teheran.

59.Maryam Mehr Azin

24 anni, è stato ucciso in Via Azadi .

60.Milad Yazdan Panah

30 anni, è stato ucciso in Via Azadi ..

61.Hamed Besharati

26 anni, è stato ucciso in Via Azadi .

62.Babak Sepehr

35 anni, è stato ucciso in Via Azad.

63.Amir Kaviri

Diplomato presso un liceodi Teheran.

64.Farzad Hashti

Nessuna informazione.

65.Neda Asadi

Nessuna informazione.

66.Moharam Chegini Qeshlaq

Figlio di Qoli Mirza ,34-anno-vecchio, sepolto nella sezione 256 del Beheshte Zahra Fila 46 n ° 13

67.Mohammad Hossein Feizi

Figlio di Qolamreza, 36 anni, sepolto nella sezione 257 del Beheshte Zahra, Fila 31 n. 25

68.Mr. Mo'azez

È uno dei martiri, che ha partecipato le proteste a Teheran il 20 giugno. E’ stato sparato negli occhi ed è morto per la libertà degli iraniani.

69.Ramin Ramezani

Figlio di Mehdi. 22 anni. Sezione 257 fila 46 No.32

70.Arman Estakhri Poveri

18 anni, di Shiraz, recentemente colpito in testa con il baston e (non si conosce l'ora esatta) in Abiverdi Valley ed è entrato in coma. Si era recato a casa di una donna anziana per mettersi al riparo Lunedi 13 luglio ed è morto lì. Il suo corpo è stato sepolto Martedì 14 luglio a Darorahme a Shiraz. La causa del decesso è stata emorragia celebrale.

71.Mehrdad Heidari

Un giornalista di Mashhad. Mehrdad aveva scritto alcune pensanti critiche relativamente al ministero di intelligence e delle forze di sicurezza sulle violenze verificate Sabato 11 luglio e ha sollevato obiezioni circa la pressione esercitata sui giovani per farli confessare. E 'stato ucciso in circostanze misteriose Domenica 12 luglio a Mashhad. Secondo i rapporti dei vari siti Internet, Heidari è stato in precedenzai attivo per il giornale di Khorasan e sull’ invito del gionale di Khorasane Razavi si è spostato al nuovo posto di lavoro ed è stato uno scrittore molto attivo e costante.

72.Ali Fathalian

Luogo di morte: di fronte Lolagar moschea, luogo di soggiorno: Roudaki st, shokoufe Alley

73.Jafar Barvayeh

Professore universitario presso Chamran di Ahvaz e studente presso l'Università di Teheran dove si era recato per partecipare ad alcuni esami. Ha partecipato alla manifestazione di Baharestan il 28 giugno ed è stato colpito alla testa e durante il trasferimento in ospedale è morto. Il suo cadavere è stato individuato da uno dei suoi amici e trasferito a Ahvaz e consegnato a sua famiglia. La sua cerimonia di sepoltura si è svolto in presenza di forze di sicurezza.

74.Hasan Kazemini

Il suo nonno di nome Ali Kazemini, in una lettera aperta alla stampa ha scritto: qualche giorno fa il mio nipote diciannovenne Hasan è andato fuori con delle persone che pensano come lui per protestare per qualche cosa che aveva perso . Hasan non tornare a casa da allora.

75 Compagno Alireza Davoudi

E' stato uno degli studenti combattenti per la libertà e l'uguaglianza a Isfahan, è morto il 29 luglio 2009 all'età di 26 in'ospedale. Compagno Alireza Davoudi era il redatore del newsletter studentesco "Rahe Kaki" presso l'Università di Isfahan, l'oratore e l'organizzatore del evento di 8 marzo 2007 a Isfahan, l'organizzatore e l'oratore dell'evento del 4 dicembre 2007 a Isfahan, l'oratore della manifestazione del 1 ° maggio 2008 a Kamyaran e l'attivista e l'organizzatore della protesta dei lavoratori in Isfahan. Il 12 febbraio 2009, Alireza Davoudi era stato arrestato dagli agenti dell'intelligence nella sua città di residenza in Shahin Shahr a Isfehan contemporaneamente con l'arresto di Mohamad Pour Abdolah. Alireza era stato rilasciato su cauzione di 100.000 dollari il 26 aprile. Nel corso dell'incarcerazione del Sig. Davoudi, è stato sottoposto a pressioni psicologiche dagli interrogatori. Venti giorni fa, il signor Davoudi è stato ricoverato in ospedale con depressione grave e morì Lunedi 27 lug. Il personale medico dichiarata la causa della sua morte come un attacco di cuore.