Tuesday, September 1, 2009

Gabinetto di governo al voto: notizie dal Parlamento

  • Dopo i discorsi dei parlamentari, Ahmadinejad difende il suo nuovo collegio di ministri

Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha difeso le candidature dei ministri da lui proposte per il nuovo governo dopo aver ricevuto diverse critiche da alcuni parlamentari.

Domenica il presidente Ahmadinejad ha preso per primo la parola in Parlamento illustrando i programmi futuri del suo governo e difendendo i nuovi candidati, da lui designati, per il ministero. Dopo il suo discorso alcuni dei parlamentari hanno colto l’occasione per esprimere le proprie perplessità e critiche sulle candidature proposte dal neo eletto presidente. L’inadeguatezza o la mancanza di esperienza di alcuni neocandidati rispetto al ruolo ministeriale da rivestire, è stata una delle critiche avanzate, oltre al fatto che la scelta di alcuni potenziali ministri sia caduta sui fedelissimi del nuovo presidente.

D’ altro canto ci sono stati interventi anche a favore delle scelte di Ahmadinejad, secondo i quali il nuovo collegio dei ministri sarebbe perfettamente in linea con i principi della Repubblica Islamica.

Ahmadinejad, ripresa la parola, ha nuovamente difeso le sue scelte respingendo tutte le critiche che gli sono state mosse e ribadendo che le candidature sono state dettate unicamente dalla competenza e dai meriti delle persone designate. Ha inoltre difeso la sua decisione di candidare tre donne come ministri sottolineando che la presenza delle donne nella società era stata incoraggiata dallo stesso fondatore della repubblica islamica Khomeini. Ha infine concluso ricordando la necessità di coesione tre il nuovo governo ed il Parlamento per il bene del paese.

Il passo successivo spetta ai 21 candidati: nel corso dei tre giorni di dibattito che seguiranno, presenteranno in Parlamento il loro programma politico per i prossimi quattro anni. Per entrare in carica infatti, i potenziali ministri dovranno ottenere il voto di fiducia del Parlamento e l'approvazione della maggioranza dei rappresentanti.

  • Secondo giorno di voto in Parlamento per l’approvazione del nuovo gabinetto di governo

Il Parlamento iraniano ha ripreso il dibattito per il secondo giorno consecutivo sul voto di fiducia per i 10 ministri proposti dal presidente Mahmoud Ahmadinejad

I tre giorni di dibattito in Parlamento per l’approvazione del nuovo collegio di ministri proposto da Ahmadinejad, si è aperto domenica.

La sessione di lunedì, secondo giorno, ha visto i parlamentari impegnati nel voto di fiducia per Mrs. Soussan Keshavarz, candidata a Ministro dell’ Educazione. I pareri espressi contrari alla sua nomina hanno riguardato la mancanza di credenziali e di competenza sufficiente al tipo di carica.

  • Terzo giorno di dibattito parlamentare per il nuovo governo di Ahmadinejad

Il terzo ed ultimo giorno di dibattito parlamentare è iniziato martedì. Mercoledì il Parlamento dovrà votare per approvare o meno le 21 candidature ministeriali del nuovo gabinetto di Ahmadinejad.

Martedì, il neocandidato Ministro della Salute, Marzieh Vahid Dastjerdi, una donna, e quello della Difesa Ahmad Vahidi, hanno presentato il rispettivo programma politico al Parlamento.

L'ex ministro della Sanità e membro parlamentare Alireza Marandi, ha difeso la nomina della Dastjerdi "Ha le credenziali necessarie e ha partecipato alla formulazione di proposte sulle questioni connesse al settore della sanità. E’ stata un membro del Parlamento e si propone di ampliare il piano sulla sanità”, ha affermato.

La nomina di Vahidi ha innescato una polemica internazionale, dopo che l'Argentina ha sollevato forti obiezioni alla sua candidatura. L'Argentina ha chiesto l'arresto Vahidi per il suo presunto coinvolgimento nell’ attentato del 1994 a Buenos Aires che ha fatto 85 vittime. Nel 2007, l'Interpol ha formalmente emesso un mandato d'arresto per Vahidi.
La procura argentina sostiene che l'Iran ha orchestrato l'attentato e che ne ha affidato l’esecuzione al gruppo militante libanese Hezbollah

Nessun singolo individuo è mai stato condannato per l'attentato - il più grave attacco terroristico avvenuto in Argentina, che ha la più grande comunità ebraica nel sud America al di fuori degli Stati Uniti.
Ahmadinejad, la cui rielezione il 12 giugno ha scatenato la peggiore crisi nella Repubblica islamica fino a dividere i gruppi clericali del paese, subisce forti pressioni da parte dei suoi sostenitori della linea dura proprio in seguito a varie decisioni politiche prese dopo la sua vittoria elettorale.
Gli analisti sostengono che pur garantendosi il mandato da parte del parlamento sarà un compito arduo per il presidente iraniano gestirlo.

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